Un gruppo di dodici sindacati, riuniti nell'iniziativa "67 sono troppi", ha raccolto le firme a maggio nelle due settimane previste dalla legge, e ha superato quasi del doppio la soglia del 10 per cento di aventi diritto al voto, necessaria per avviare la procedura referendaria in Croazia. Infatti, le 748 mila firme consegnate oggi equivalgono al 19,5 per cento dei 3,8 milioni di cittadini maggiorenni croati.
La proposta referendaria mira in primo luogo a mantenere l'età di pensionamento ai 65 anni d'età, rispetto ai 67 previsti dalla nuova legge. Inoltre, il referendum propone anche l'abrogazione di una serie di nuove misure che, rispetto al passato, regolano più severamente la penalizzazione per pensionamenti anticipati.
Spetta ora al parlamento ed eventualmente alla Corte costituzionale verificare l'ammissibilità dei quesiti, e indire il referendum, probabilmente in autunno.
Il governo si è detto fortemente contrario al referendum sulle pensioni, sostenendo che l'abrogazione delle nuove misure restrittive metterebbe a rischio la stabilità dei conti pubblici, vista anche la crisi demografica che vive la Croazia, con migrazioni all'estero di decine di migliaia di giovani in cerca di lavoro. (ANSAmed).