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Serbia-Croazia: Vucic a commemorazione vittime 'Tempesta'

Cerimonia al ponte percorso dai profughi serbi 25 anni fa

05 agosto, 11:38

(ANSAmed) - BELGRADO, 5 AGO - Il presidente serbo Aleksandar Vucic e la premier Ana Brnabic hanno partecipato ieri sera in una località al confine con Croazia e Serbia-Erzegovina a una cerimonia commemorativa in ricordo delle vittime e dei profughi serbi per l'operazione denominata 'Tempesta', l'azione militare contro i serbi lanciata dalle forze croate 25 anni fa, il 4 agosto 1995, che segnò la fine della guerra per l'indipendenza del Paese dalla Jugoslavia socialista.

Questo evento continua a dividere profondamente Serbia e Croazia: Belgrado parla infatti di genocidio, orrendi crimini e di pulizia etnica ad opera dei croati, Zagabria invece considera quella operazione una legittima azione bellica per la conquista dell'indipendenza. Da una parte il lutto e il dolore, dall'altra la gioia e la festa. Furono quasi 2 mila le vittime serbe dell'operazione 'Tempesta', in conseguenza della quale circa 250 mila civili serbi furono costretti a lasciare le loro case nella regione della Krajna.

La cerimonia di ieri sera si è svolta a Sremska Raca, su un ponte sul fiume Sava, lo stesso che 25 anni fa percorsero le migliaia di serbi in fuga. La Serbia, ha detto Vucic, non dimentica i crimini subiti e mai si rallegrerà per le vittime e le sofferenze altrui, poichè la Serbia rispetta tutte le vittime, e in questo si differenzia dagli altri. "Ma la Serbia non permetterà più a nessuno che si taccia sulle proprie vittime", ha affermato il presidente. "Sì alla pace e alla riconciliazione, ma mai all'umiliazione", ha aggiunto Vucic, con allusione alla decisione di un vicepremier del governo croato, appartenente alla minoranza serba, di partecipare oggi alle celebrazioni ufficiali croate per il 25/mo del successo dell'operazione 'Tempesta'. "Non possiamo festeggiare la tragedia del popolo serbo, l'uccisione di civili serbi, di bambini serbi. La Serbia non accetterà mai una tale umiliazione".

Alla cerimonia commemorativa hanno preso parte anche i dirigenti della Republika Srpska, l'entità della Bosnia-Erzegovina a maggioranza serba, e il patriarca serbo-ortodosso Irinej. Quest'ultimo ha stigmatizzato le celebrazioni della Croazia, che festeggia come un grande trionfo un autentica tragedia vissuta dal popolo serbo. E ha criticato la Chiesa cattolica croata che, ha detto, tace sui crimini subiti dai serbi. (ANSAmed).

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