Otto miliziani sono rimasti uccisi, ha detto in Parlamento il ministro israeliano della Difesa, Ehud Barak, correggendo stime precedenti secondo cui i morti sarebbero stati cinque.
Barak ha aggiunto che l'attacco terroristico di ieri - in cui i terroristi hanno ucciso 13-15 agenti di sicurezza egiziani, ha detto, mentre le autorita' egiziane parlano di 16 vittime - dovrebbe "servire da sveglia" per le autorità del Cairo e convincerle ad agire con determinazione contro le cellule islamiche che operano nel Sinai. "Il Sinai si è trasformato in una serra dove prospera il terrorismo mondiale" ha detto da parte sua il portavoce militare israeliano, Yoav Mordechai. L'attacco "vigliacco" al posto di frontiera del Sinai non "rimarrà impunito" e i suoi autori "la pagheranno cara", ha detto in una nota il presidente egiziano mohamed Morsi che in serata si è incontrato col capo del Consiglio militare Hussein tantawi e col nuovo ministro dell'Interno Ahmed Gamal Eddin. Secondo la ricostruzione fatta dalla sicurezza egiziana il commando aveva sequestrato due blindati vicino al confine israelo-egiziano, per poi attaccare il posto di frontiera armato di granate, mitragliatrici e lanciarazzi. Il commando era poi riuscito a entrare in Israele con uno dei blindati Barak si è poi complimentato con le forze armate israeliane che, a suo giudizio, hanno "sventato un attentato che avrebbe potuto provocare numerose vittime". Almeno una quarantina di blindati e tank egiziani sono stati intanto dispiegati lungo la frontiera dopo il sanguinoso attentato contro il posto di polizia nei pressi di Rafah. Le forze armate egiziane hanno blindato tutta la zona bloccando i tunnel di accesso a Gaza. Controlli severi anche sulle arterie di accesso alla penisola del Sinai.
In un comunicato su Facebook le forze armate egiziane promettono "di vendicarsi". "Siamo stati pazienti ma ci sono linee rosse invalicabili", dicono i militari. (ANSAmed).