(ANSAmed) - ROMA, 7 GEN - Quasi un trionfo per il capo delle
forze armate Abdel Fattah el Sissi alla messa per il Natale
copto nella cattedrale di Abbassiya al Cairo: il ministro della
Difesa e uomo forte del nuovo corso, pur assente per motivi si
sicurezza, eè stato infatti lungamente applaudito quando Pope
Tawadros II lo ha citato tra le personalità che hanno espresso i
loro auguri ai cristiani che celebrano oggi la festività.
Lo riferisce in un lungo articolo Al Ahram online, rilevando
come proprio i cristiani siano fra i più convinti sostenitori
dell'uomo forte dell'esercito che, il 3 luglio scorso, ha
destituito il presidente islamista Mohammed Morsi, e che molti
vorrebbero ora candidato per le prossime presidenziali.
Il secondo applauso più lungo è scattato quando il patriarca
ha fatto il nome del presidente Adli Mansour, che proprio ieri
si era recato in visita nella cattedrale: un evento molto raro,
precisa il giornale governativo, da quando il presidente Gamal
Abdel-Nasser partecipò all'inaugurazione dello stesso luogo di
culto negli anni '60. Lunghi tributi anche per l'ex segretario
generale della Lega Araba Amr Mussa - a capo del comitato che ha
redatto la nuova Costituzione, che sarà votata nel referendum
del 14 e 15 gennaio - e per il Grand Imam di Al Azhar, Ahmed el
Tayyeb: "se tutti i musulmani avessero la spiritualità di questo
grande uomo - ha spiegato al giornale un avvocato in pensione -
alle nostre vite di copti in questo Paese sarebbero risparmiate
molte delle discriminazioni che subiamo da anni". Alle
presidenziali del 2012 lo stesso avvocato (di cui viene citato
solo il nome proprio, Ahmed) aveva votato proprio Moussa, ma
''ora è il momento di el Sissi - sottolinea -. Abbiamo bisogno
di un militare forte perchè siamo in guerra con il terrorismo".
Un'affermazione in linea con la grande popolarità del
ministro della Difesa tra i cristiani, nonostante questi abbiano
subito proprio durante il lungo periodo di governo dei militari,
nell'ottobre 2011, il cosiddetto massacro di Maspero, quando tra
quanti protestavano davanti alla tv pubblica contro gli attacchi
alle chiese vi furono una trentina di vittime.
Il patriarcato copto ha pubblicamente sostenuto fin dal primo
giorno, insieme ad el Tayyeb, la scelta di el Sisi di destituire
Morsi sull'onda delle proteste di piazza del 30 giugno contro il
presidente dei Fratelli Musulmani. E nelle settimane successive
i copti ne pagarono un alto prezzo, subendo dagli islamisti
attacchi a decine di chiese ed a centinaia di proprietà in tutto
il Paese.
In occasione del Natale copto, la Cattedrale era difesa da
imponenti misure di sicurezza, misure estese anche alle altre
chiese per timori di attacchi terroristici islamisti. (ANSAmed).