A Giza, la megalopoli delle Grandi Piramidi che abbraccia parte della capitale, la mattinata si è aperta con l'esplosione di una bomba che ha squassato la sede di un tribunale, senza fare vittime. Poi gli scontri, che hanno costretto le autorità a chiudere temporaneamente alcuni seggi, e che sono durati fino a sera, lasciando sul campo quattro uccisi tra i pro-Morsi. I manifestanti brandivano cartelli contro l'Esercito e la polizia: "No alla Costituzione dei vampiri", quello che portava una ragazza.
A Sohag, nell'Alto Egitto, i morti sono sei: secondo alcuni media egiziani, i pro-Morsi avrebbero risposto al fuoco delle forze di sicurezza. Altre vittime a Beni Suef, mentre scontri estesi si sono verificati ad Alessandria, Suez e Sharqiya. A metà giornata l'annuncio del ministero dell'Interno: sono state dispiegate le forze di intervento rapido, con il compito di "aprire il fuoco contro chiunque aggredisca gli elettori", nel tentativo di boicottaggio annunciato dai Fratelli musulmani e una variegato arco di forze contrarie al testo della nuova Costituzione.
Pochi minuti dopo l'annuncio del ministero dell'Interno - che ha messo in campo oltre 250.000 tra agenti e forze di sicurezza per garantire l'ordine - gli elicotteri da combattimento Apache hanno sorvolato minacciosamente piazza Tahrir, in un inequivocabile monito da parte dei militari. Ai seggi, gli elettori hanno gareggiato nel voler esprimere il proprio sostegno al referendum, e soprattutto al generale Abdel Fatah el Sisi. "Ti amiamo", gridavano in tanti, mentre i critici del governo ad interim liquidavano il voto come "un plebiscito preventivo" per colui che in molti indicano come il prossimo rais.
"Ho votato sì, del resto la cabina elettorale era fatta con plastica trasparente", sussurra Mohamed con un sorriso malizioso. In altri seggi - le immagini sono state trasmesse in diretta tv - affollati di militari armati, le cabine sono dei paraventi, con pannelli frontali e null'altro.
L'imponente spiegamento di forze non ha impedito ai sostenitori di Morsi - in cella di isolamento da agosto scorso - di imbrattare i muri nei pressi dei seggi con scritte e graffiti. "Morsi tornerà", si legge in uno, giudicato perlomeno "fantasioso" dagli osservatori. "No alla Costituzione del papa", recita un altro, che evoca il sostegno dei copti al referendum.
E proprio i copti, oggetto di minacce crescenti negli ultimi giorni, compresi i colpi di arma da fuoco contro la chiesa dell'Arcangelo Gabriele in un villaggio di Fayyum, "sono andati a votare in massa", hanno assicurato diversi testimoni.
A votare sì vorrebbe andare anche Hosni Mubarak, ha annunciato il suo legale, precisando che il rais - ricoverato al Cairo dopo la liberazione la scorsa estate - ha chiesto "un permesso speciale".
La soglia della 'vittoria' per il governo ad interim è sfondare il tetto del 33% dell'affluenza, quella racimolata lo scorso anno dai Fratelli Musulmani per la Costituzione poi sospesa. Nelle strade delle principali città - tappezzate di adesivi che invitano a votare 'sì' - sono circolate tutto il giorno auto con gli altoparlanti che diffondevano a tutto volume la canzone "Siano benedette le vostre mani", un inno ai militari tornato alla ribalta dopo la destituzione di Morsi.
Altre 24 ore di voto, poi l'Egitto conoscerà il suo destino.
(ANSAmed).