(dell'inviato Claudio Accogli) (ANSAmed) - IL CAIRO - "Sisi ti amiamo", "Sisi sei il mio presidente". Non servono analisti politici per leggere il referendum costituzionale egiziano come un plebiscito per quello che appare oramai l'inarrestabile nuovo condottiero d'Egitto: il generale Abdel Fatah Sisi, vicepremier e ministro della Difesa e, soprattutto, capo delle Forze Armate egiziane.
Basta recarsi ai seggi - chiusi alle 20 italiane - dove centinaia di sostenitori del governo, soprattutto donne, intonano slogan e canti in favore dell'uomo forte egiziano. Lo stesso che il deposto presidente Mohamed Morsi volle a capo del Consiglio supremo militare (Scaf) al posto del Maresciallo Hussein Tantawi, per quasi 20 anni leader incontrastato dei militari.
Come se non bastasse il palesato sostegno popolare, è arrivata una sorta di ulteriore 'benedizione' dall'Arabia Saudita: "Il popolo egiziano - ha scritto oggi il governativo al Watan - è tornato alla vita politica, per sostenere una difficile transizione, ora elegga presto un nuovo leader". Riad è il principale sponsor dell'Egitto del dopo-Morsi, con miliardi di dollari in aiuti che fanno impallidire quelli americani ed europei. Sisi, che ha studiato in Usa e Gb, è stato in passato attaché militare proprio in Arabia Saudita.
Il secondo giorno di voto per il referendum costituzionale è passato senza gravi incidenti come quelli che ieri, in tutto il Paese, hanno causato la morte di 11 dimostranti pro-Morsi e l'arresto di 246 "disturbatori del voto". A Giza, teatro ieri di violenti scontri, uomini armati hanno aperto il fuoco contro alcuni seggi, poi sono stati messi in fuga dalle forze di sicurezza. Ed è caduto nel vuoto l'appello a manifestare davanti al palazzo presidenziale a Heliopolis lanciato dalla coalizione dei sostenitori di Morsi: qualche centinaio di dimostranti, che hanno attaccato un checkpoint di polizia, sono stati presto dispersi dagli agenti a colpi di gas lacrimogeno. Almeno 55 gli arresti. Una tentata marcia nei pressi di Tahrir si è conclusa in breve con una dozzina di pro-Morsi finiti in manette.
Nel primo pomeriggio, i carri armati M113 sono tornati a presidiare in forze Tahrir e Heliopolis, mentre gli elicotteri da combattimento Apache tornavano a sorvolare il centro del Cairo. Il sì alla nuova Costituzione, che sembra ritagliata su Sisi quando afferma che il presidente "deve essere nato in Egitto, sposato con una egiziana, avere genitori egiziani", è chiaramente scontato. Si attende l'annuncio sull'affluenza, il vero 'benchmark' per segnare una vittoria del governo ad interim. La soglia è quel 33% ottenuto da Morsi per la Costituzione congelata lo scorso agosto.
Davanti ai seggi in tutto il Paese si sono radunati in migliaia, soprattutto donne, che sventolano incessantemente le bandiere egiziane e attendono i risultati - che tuttavia non dovrebbero arrivare prima di diverse ore.
Al Cairo il sole tramonta e regna la quiete, in attesa non di una tempesta ma della festa per celebrare Sisi. (ANSAmed).