Chi picchia la moglie, ripetutamente e brutalmente, può rischiare al massimo "pochi mesi di carcere". Tuttavia, sositene Adly, "non mi sento affatto a mio agio sul livello dell'attuale violenza contro la Fratellanza. Siamo ideologicamente contrapposti, ma la violenza è violenza e probabilmente gruppi terroristici se ne vendicheranno, come già hanno fatto, nel Sinai per esempio". Ma ora la repressione riguarda anche le organizzazioni per i diritti umani ed i giovani attivisti della rivoluzione, perseguiti per le nuove norme che limitano le proteste di piazza. "Dopo avere attaccato, ucciso, rapito e incarcerato i sostenitori dei Fratelli Musulmani, ora il regime se la sta prendendo con Ong, attivisti e gruppi giovanili". "Figure come Mahienour e Hassan Mustafa, Alaa Abdul Fattah, Ahmed Douma sono state le bandiere della rivoluzione. Oggi sono in carcere". E nelle carceri la tortura resta una pratica diffusa - sottolinea - mentre nelle strade il livello di violenza è aumentato, e si spara ormai alla testa per uccidere, non puù solo alle gambe. E accusa gli agenti della polizia di Mubarak, la maggior parte dei quali, dice, sono ancora ai loro posti. Ma denuncia anche il clima di forte polarizzazione che esiste nell'Egitto del dopo-Morsi. Ormai, "se non sei con Al Sisi - dice del ministro della Difesa e uomo forte del nuovo corso - sei con i Fratelli musulmani": una polarizzazione che non fa sperare "niente di buono per il futuro" dell'Egitto, conclude, ma anche delle donne egiziane. (ANSAmed)
Egitto: 'nuovo regime contro giovani e sostenitori diritti'
Centro antiviolenza El Nadeem, anche per donne non sarà facile
Chi picchia la moglie, ripetutamente e brutalmente, può rischiare al massimo "pochi mesi di carcere". Tuttavia, sositene Adly, "non mi sento affatto a mio agio sul livello dell'attuale violenza contro la Fratellanza. Siamo ideologicamente contrapposti, ma la violenza è violenza e probabilmente gruppi terroristici se ne vendicheranno, come già hanno fatto, nel Sinai per esempio". Ma ora la repressione riguarda anche le organizzazioni per i diritti umani ed i giovani attivisti della rivoluzione, perseguiti per le nuove norme che limitano le proteste di piazza. "Dopo avere attaccato, ucciso, rapito e incarcerato i sostenitori dei Fratelli Musulmani, ora il regime se la sta prendendo con Ong, attivisti e gruppi giovanili". "Figure come Mahienour e Hassan Mustafa, Alaa Abdul Fattah, Ahmed Douma sono state le bandiere della rivoluzione. Oggi sono in carcere". E nelle carceri la tortura resta una pratica diffusa - sottolinea - mentre nelle strade il livello di violenza è aumentato, e si spara ormai alla testa per uccidere, non puù solo alle gambe. E accusa gli agenti della polizia di Mubarak, la maggior parte dei quali, dice, sono ancora ai loro posti. Ma denuncia anche il clima di forte polarizzazione che esiste nell'Egitto del dopo-Morsi. Ormai, "se non sei con Al Sisi - dice del ministro della Difesa e uomo forte del nuovo corso - sei con i Fratelli musulmani": una polarizzazione che non fa sperare "niente di buono per il futuro" dell'Egitto, conclude, ma anche delle donne egiziane. (ANSAmed)