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Cinema: Festival Luxor racconta l'Egitto che cambia

Direttore Rizkalla, dopo elezioni futuro cultura migliorera'

23 gennaio, 16:47

Una scena dal film 'Caos e disordine' Una scena dal film 'Caos e disordine'

(di Cristiana Missori) (ANSAmed) - LUXOR - Tre pellicole in anteprima mondiale, una serie di corti, una carrellata sul cinema indipendente egiziano, una retrospettiva dedicata a uno degli attori più amati, Noor El Sherif, e una rassegna sui grandi classici. Il Festival del Cinema egiziano e europeo di Luxor - che dal 19 al 25 gennaio propone in tutto 62 pellicole provenienti da 19 Paesi - sceglie di raccontare al pubblico e, in particolare, ai giovani, i grandi cambiamenti sociali che hanno attraversato l'Egitto negli ultimi decenni fino a giungere alla rivoluzione del 25 gennaio. Pellicole che non esitano a tirare fuori temi scomodi e parlare dei tabù che soffocano la società egiziana, in primis la religione e il sesso. Come Excuse my french (in concorso ufficiale) di Amr Salama, film presentato in anteprima alla serata inaugurale, che parla delle discriminazioni subite dai cristiani in Egitto; o Family Secrets di Hany Fawzi, che oggi pomeriggio sarà presentato (in première), e che ancora prima di essere distribuito ha suscitato enormi polemiche per l'argomento trattato: l'omosessualità. O ancora, Factory girl (questa sera in anteprima fuori concorso ufficiale), di Mohamed Khan, considerato uno dei maestri del neorealismo egiziano, in cui a essere protagoniste sono le barriere e le differenze sociali. Questa seconda edizione del Festival di Luxor, fa notare ad ANSAmed il direttore artistico, Youssef Cherif Rizkalla, rappresenta soprattutto un'occasione per meglio conoscere e apprezzare il cinema indipendente egiziano. Un cinema ben lontano da quello commerciale che soprattutto nell'ultimo decennio ha offuscato, per così dire, la grande tradizione portata avanti dalla produzione cinematografica egiziana, con star strapagate e temi troppo spesso di basso profilo. Tra i film proposti nella sezione dedicata (in tutto 8) ci sono le pellicole di Hala Lofty (Coming Forth by day, 2012); Ibrahim al Batout (The Winter of discontent, 2012); Yousry Nasrallah (The City, 1999); Ahmad Abdallah (Rags and Tatters, 2013) e Nadine Khan (Disorder, 2012). Che si tratti di cinema indipendente o di pellicole commerciali, pero', il dato saliente è che nel Sud dell'Egitto è difficile vedere i film perché le sale cinematografiche non esistono proprio. E Luxor non fa eccezione. "Se in tutto l'Egitto esistono circa 400 sale cinematografiche - dove la parte del leone la fanno il Cairo e Alessandria - in molti governatorati del Sud non ve ne sono proprio", sottolinea Rizkalla che per diversi anni ha presieduto il Festival internazionale del Cinema del Cairo, vetrina più importante della settima arte in tutto il Medio Oriente. E Luxor non è da meno, disponendo unicamente del centro conferenze, del palazzo della Cultura, del cinema all'aperto del club di canottaggio e del centro giovanile dove vengono proiettati i film del festival. Qui a Luxor, prosegue, "molta gente non sa nemmeno cosa sia il cinema. Le cose nel settore non vanno molto bene". In un Paese economicamente prostrato e dal futuro estremamente incerto, in attesa di eleggere un nuovo capo dello Stato e un nuovo Parlamento la settima arte e più in generale la cultura non sono proprio una priorità. "Credo che questo 2014 sarà un buon anno per il cinema", ritiene Rizkalla. "Con le elezioni e il ripristino della sicurezza, le cose andranno migliorando e la gente tornerà anche nelle sale". Quanto alla Cultura? "Dipenderà dal prossimo ministro", replica. "Dovrà battersi con i denti per difenderla". Cosa che finora i diversi ministri che si sono succeduti al dicastero dopo il 25 gennaio non hanno voluto o non hanno potuto fare.(ANSAmed).

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