Tra i titoli già proposti da Sharq/Gharb, che ha la direzione editoriale dello scrittore italo-algerino Amara Lakhous, 'I giorni dell'abbandono' di Elena Ferrante e 'Un borghese piccolo piccolo' di Vincenzo Cerami. Ma all'idea iniziale di pubblicare e stampare in Italia è stata poi preferita quella di trovare la collaborazione di case editrici già attive sul posto. E per la distribuzione la strada da seguire è ancora quella degli editori locali, molti dei quali - soprattutto quando non hanno le dimensioni dell'egiziano Shourouk, per esempio, che conta anche su proprie librerie - usano le fiere del libro per far conoscere le proprie pubblicazioni negli altri Paesi, e chiedere l'aiuto di altri editori per la distribuzione anche da loro. E se la soluzione fosse nell'e-book, visto che i giovani arabi 'smanettano' quanto i loro coetanei europei, se non ancora di più visto che con internet hanno fatto le rivoluzioni? Forse sarà la strada del futuro, ma per ora - conferma Barbara Ferri - l'ebook è ancora meno diffuso che in Italia. Ma se portare gli autori italiani contemporanei nel mondo arabo non è facile - causa anche lo scarso numero di lettori in quei Paesi - non si puo' dire che siano molti gli autori arabi a godere in Italia di grande popolarità. "Su 600 volumi tradotti in italiano dall'arabo o viceversa dal 1840 ad oggi - ha detto Rabii El Gamrani, giovane blogger ed esperto del ramo che vive tra l'Italia e il Marocco, citando in proposito uno studio di Chiara Diana - piu' della metà sono le traduzioni dall'italiano all'arabo'': cifre che evidenzierebbe ancora uno scarso interesse per la narrativa araba sul mercato librario italiano, se si fa eccezione per alcuni autori isolati o per quelli che scrivono in lingue occidentali. Un interesse che si va però intensificando, e che ha toccato i picchi maggiori in coincidenza con eventi di grande risonanza mediatica come la prima intifada, l'11 settembre e le rivolte arabe del 2001. Un ruolo lo ha avuto anche il Nobel per la letteratura allo scrittore egiziano Naguib Mahfouz nel 1988, cui però - ha osservato Chiara Comito, giovane arabista e autrice del blog Editoriaaraba - non ne sono seguiti altri per gli autori arabi. (ANSAmed).
Libri: Italia e mondo arabo si leggono ancora troppo poco
'e/o' traduce Ammaniti, ma scoglio maggiore è distribuzione
Tra i titoli già proposti da Sharq/Gharb, che ha la direzione editoriale dello scrittore italo-algerino Amara Lakhous, 'I giorni dell'abbandono' di Elena Ferrante e 'Un borghese piccolo piccolo' di Vincenzo Cerami. Ma all'idea iniziale di pubblicare e stampare in Italia è stata poi preferita quella di trovare la collaborazione di case editrici già attive sul posto. E per la distribuzione la strada da seguire è ancora quella degli editori locali, molti dei quali - soprattutto quando non hanno le dimensioni dell'egiziano Shourouk, per esempio, che conta anche su proprie librerie - usano le fiere del libro per far conoscere le proprie pubblicazioni negli altri Paesi, e chiedere l'aiuto di altri editori per la distribuzione anche da loro. E se la soluzione fosse nell'e-book, visto che i giovani arabi 'smanettano' quanto i loro coetanei europei, se non ancora di più visto che con internet hanno fatto le rivoluzioni? Forse sarà la strada del futuro, ma per ora - conferma Barbara Ferri - l'ebook è ancora meno diffuso che in Italia. Ma se portare gli autori italiani contemporanei nel mondo arabo non è facile - causa anche lo scarso numero di lettori in quei Paesi - non si puo' dire che siano molti gli autori arabi a godere in Italia di grande popolarità. "Su 600 volumi tradotti in italiano dall'arabo o viceversa dal 1840 ad oggi - ha detto Rabii El Gamrani, giovane blogger ed esperto del ramo che vive tra l'Italia e il Marocco, citando in proposito uno studio di Chiara Diana - piu' della metà sono le traduzioni dall'italiano all'arabo'': cifre che evidenzierebbe ancora uno scarso interesse per la narrativa araba sul mercato librario italiano, se si fa eccezione per alcuni autori isolati o per quelli che scrivono in lingue occidentali. Un interesse che si va però intensificando, e che ha toccato i picchi maggiori in coincidenza con eventi di grande risonanza mediatica come la prima intifada, l'11 settembre e le rivolte arabe del 2001. Un ruolo lo ha avuto anche il Nobel per la letteratura allo scrittore egiziano Naguib Mahfouz nel 1988, cui però - ha osservato Chiara Comito, giovane arabista e autrice del blog Editoriaaraba - non ne sono seguiti altri per gli autori arabi. (ANSAmed).