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Egitto: Morsi alla sbarra, al Qaida minaccia

Processo a ex presidente aggiornato al 4. Sinai nel mirino

01 febbraio, 20:32

Aggiornato il processo ex presidente Morsi Aggiornato il processo ex presidente Morsi

(di Claudio Accogli) (ANSAmed) - IL CAIRO\ROMA, 1 FEB - Sabato televisivo in Egitto, con gli occhi di tanti puntati sulla tv in attesa di avere notizie dal processo a Morsi, quello più grave con l'accusa di aver incitato all'uccisione dei dimostranti oppositori, nel dicembre 2012. Quasi nulla è trapelato. Al presidente deposto, questa volta, non è stato concesso di lanciare i suoi strali contro militari e governo, in diretta tv.

Intanto, al Qaida si insinua con sempre maggiore forza nel Paese che reclama alla sua guida il maresciallo Abdel Fatah Sisi, ma è costretto ad attendere - le elezioni, questo è certo, si terranno entro il 18 aprile - segnato da quotidiani scontri di piazza e attacchi ai militari rivendicati da qaedisti e jihadisti.

Ieri in due diverse dimostrazioni a Giza, che abbraccia parte del Cairo, e un improvvisato sit-in ha fatto scoppiare nuovi durissimi scontri tra pro-Morsi e forze di sicurezza. In alcuni casi, scrivono i media governativi, sono stati i residenti a "sparare" con i manifestanti. Poi l'arrivo degli agenti, per ripristinare l'ordine. Il bilancio in tutto il Paese, segnato da scontri e tafferugli anche a Fayyum e Alessandria, è di un morto e almeno 26 feriti.

E un agente rimasto ferito da una delle bombe esplose il 24 gennaio al Cairo è morto oggi. Altri sono stati colpiti nei giorni scorsi da una escalation di violenza targata Ansar Bait el Makdees, i 'Partigiani di Gerusalemme', un gruppo filo-al Qaida, che oggi ha rivendicato nell'ordine il lancio di un razzo contro l'israeliana Eilat - distrutto da Iron Dome - e di tre katiuscia contro una base militare egiziana in Sinai, che hanno mancato il bersaglio e non hanno provocato vittime. "E' solo l'inizio, colpiremo tutte le basi militari, fino al cuore del Cairo", recita il messaggio di rivendicazione.

Poche ore prima degli attacchi del 24 gennaio al Cairo - la prima autobomba della storia e altri 3 ordigni, uno davanti a un cinema - il successore di Osama bin Laden, leader di al Qaida, si è rivolto espressamente alla "nostra gente in Sinai", con un audiomessaggio. "Chiedo ad Allah di ricompensarvi per la vostra pazienza di fronte all'aggressione dell'esercito americanizzato di Sisi, che cospira con Israele contro di voi". "Vi ringrazio per il sostegno a Gaza e vi invito a cercare di rompere in ogni modo l'assedio imposto da Sisi, agente dei crociati e dei sionisti". Poche ore dopo il messaggio gli attentati, seguiti da una scia di attacchi fino all'assassinio al Cairo di un generale, funzionario di alto livello del ministero dell'Interno.

I militari hanno risposto con una maxi offensiva, almeno 31 i jihadisti uccisi in una settimana. Linee telefoniche e web tagliate, con gli Apache pronti a colpire.

In questo quadro, il processo a Morsi sembra preistoria: la prossima udienza si svolgerà il 4 febbraio, il suo avvocato - nominato nei giorni scorsi - chiede un tribunale speciale, "è ancora formalmente presidente", sul modello delle costituzioni occidentali. Dal tribunale è trapelato oggi esclusivamente che Morsi si sarebbe lamentato dell'audio nella sala, che non gli consentiva di capire cosa si dicesse, e avrebbe chiesto una sospensione per pregare.

E il giorno prima della prossima udienza di Morsi, il 3, si terrà l'atteso processo nei confronti di Mohamed Badie e altri 48 Fratelli musulmani di spicco. Altri due giorni di fuoco per l'Egitto.

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