(ANSAMED) - ROMA - Anche le rivolte arabe del 2011 hanno dimostrato come i cambiamenti climatici creino instabilità non solo dove questi si manifestano, ma anche e soprattutto in quelle aree dove la struttura sociopolitica è più fragile. A sottolinearlo è Grammenos Mastrojeni, autore del libro "L'arca di Noe'. Per salvarci tutti insieme", appena edito da Chiarelettere (pp. 368, euro 15,90) Mastrojeni, diplomatico, saggista e docente di Ambiente e Geostrategia, presenta nel libro una visione inedita, ma solidamente documentata, del futuro che attende l'umanita' come parte integrante dell'ecosistema. Un'umanita' giunta al bivio e con poco tempo a disposizione per compiere scelte fondamentali, prima della catastrofe che si profila gia' nel prossimo decennio a causa del degrado ambientale. I cambiamenti climatici, in particolare, muteranno la disponibilita' delle risorse fondamentali - grano, acqua, riso ancor piu' che petrolio o denaro - creando le premesse di aspri conflitti.
Il clima ormai sregolato, secondo l'autore, rendera' infatti non pianificabile l'organizzazione sociale, a partire dall'imprevedibilita' delle produzioni agricole, spingendo gli Stati meno solidi verso l'instabilita'.
Lo hanno dimostrato le rivolte per il prezzo del pane del 2008, che hanno investito diversi paesi africani, dal Senegal al Camerun e all'Egitto: un Paese, quest'ultimo, ora alle prese con il progetto dell'Etiopia di una nuova diga sul Nilo e il timore di una riduzione delle acque del fiume sul proprio territorio. Ma lo dimostrano anche gli attuali flussi di migranti subsahariani verso la costa del Mediterraneo, perchè ''i cambiamenti climatici - dice Mastrojeni parlando con ANSAmed - si traducono ben presto in problema per i diritti umani'': dalla impossibilità per i genitori di mandare i propri figlia a scuola all'origine di nuovi conflitti armati.
Se infatti in Paesi ricchi come l'Australia e gli Usa gli effetti negativi dei cambiamenti climatici possono essere controbilanciati da interventi di protezione sociale, diverso è il caso dei Paesi piu' poveri e arretrati. Per questo, dice ancora l'autore, l'Occidente dovrebbe investire sullo sviluppo e l'avanzamento tecnologico di quei Paesi, con una redistribuzione delle risorse in loro favore. Solo una società piu' equa a livello globale infatti, sottolinea, puo' far fronte con efficacia ai cambiamenti climatici. Al tempo stesso, osserva, l'immigrazione ''e' un naturale meccanismo di riequilibro - osserva - non va visto come un problema ma come una soluzione", da gestire in modo diverso. Le risorse guadagnate dai migranti all'estero tornano infatti nei loro Paesi di provenienza, e proprio per questo - sottolinea - ne aiutano lo sviluppo. Ma ''L'Arca di Noe''' non e' una profezia di ineluttabile sventura, rassicura Mastrojeni, che peraltro e' stato fra i primi a lanciare un allarme sul potenziale destabilizzante del degradoambientale. Anzi, il vero messaggio, il piu' innovativo, viene dalla parte in cui l'autore esamina lo scenario di un'umanita' che prende in mano il proprio destino e affronta il problema ambientale. "What's good for you is good for your planet", e' lo slogan che riassume la constatazione basilare del libro: se tuteliamo l'ambiente raggiungeremo - anche senza prefiggercelo, anche se non e' a questo che miriamo - altri risultati che il genere umano insegue da sempre: la pace, la giustizia socio-economica, la ''qualita' della'' vita, invece della ''quantita' nella'' vita stessa. (ANSAmed).