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Dopo Gaza Egitto volta pagina, piano a Onu su Libia

Sostegno a Parlamento eletto,aiuti per disarmo milizie e dialogo

28 agosto, 09:59

(di Claudio Accogli) (ANSAmed) - IL CAIRO, 28 AGO - L'Egitto volta pagina e, mentre assapora ancora il gusto della prima vittoria diplomatica internazionale con la tregua a Gaza, riscalda i motori per affrontare la questione numero uno nell'agenda internazionale del Cairo, la Libia.

Il presidente Abdel Fattah al Sisi si appresta a mettere sul tavolo del consiglio di sicurezza dell'Onu un piano egiziano per la stabilizzazione del Paese, forte del consenso di altri 'alleati' confinanti con la Libia - Tunisia, Algeria, Ciad e Sudan.

Il progetto ruota intorno al consolidamento dell'autorità del Parlamento eletto a giugno, con un ruolo da protagonista del Cairo che ha già promesso ai 'leader di Tobruk' aiuto militare in campo tecnico e di consulenza. Il primo passo sarebbe un cessate il fuoco immediato e la creazione di un comitato politico, coordinato dall'Egitto, per far partire il dialogo nazionale tra le varie anime libiche.

Secondo fonti diplomatiche libiche, il piano include anche un altro 'tavolo', questa volta sulla sicurezza, coordinato invece dall'Algeria, che tra l'altro può contare su un esercito che è tra i più avanzati tecnologicamente nel Nord Africa.

Quindi, il Parlamento libico, e le sue Forze armate, procederebbero al disarmo senza condizioni delle milizie, mentre Nazioni Unite e governo avrebbero il compito di veicolare la fornitura di armi straniere.

Il piano di Sisi, che gode del sostegno dell'Arabia Saudita e della simpatia di Vladimir Putin, potrebbe incontrare un consenso inaspettato in Occidente.

Nonostante dagli Usa partano infatti nuove bordate di accuse a Emirati Arabi ed Egitto per i raid su Tripoli della scorsa settimana - questa volta le fonti sono ufficiali, il Dipartimento di Stato e il Pentagono - sulla carta il piano egiziano è proprio quello che Washington punterebbe a realizzare in Libia.

Fonti diplomatiche citate dal Los Angeles Times hanno rivelato che gli Usa stavano lavorando a un progetto assai simile, ma con l'unica, imprescindibile, condizione che nessuna azione sotto l'egida dell'Onu in Libia avrebbe potuto prevedere l'impiego di truppe americane.

"Sarebbe percepita come un'invasione", hanno sottolineato alcuni funzionari Usa. E' anche vero che l'amministrazione Obama in queste ore è costretta a un impegno militare crescente in Iraq e Siria: l'apertura di un ulteriore fronte nel Mediterraneo, mentre è in fiamme anche l'Est dell'Ucraina e il rapporto con Mosca, piazzerebbe gli Usa al centro di una guerra globale dagli esiti incerti. (ANSAmed).

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