"Abbiamo scoperto che erano state stuprate e violentate le donne, che avevano pagato un biglietto ad una macabra agenzia di viaggi. La risposta non può avvenire in mare ma deve avvenire lì", nei paesi di partenza, ha detto ancora Alfano in una confernza stampa. "Abbiamo un grande problema mondiale, che è la Libia", ha detto Alfano che ha aggiunto: "Non mi venissero a dire che bisogna parlare con la Libia".
Anche se domani parte Triton, ha proseguito, nel "frattempo con la chiusura di Mare Nostrum ci sarà una fase di accompagnamento, che durerà due mesi e che costerà all'Italia un terzo di quanto costava Mare nostrum". Una volta superata questa fase, l'Italia non spenderà più un euro, ha ribadito. "Le zone di mare sono divise in aree di ricerca e soccorso: faremo il nostro lavoro nelle nostre zone e soccorreremo se ci saranno altre richieste, secondo la legge del mare. Anche le navi Triton sono chiamate a doveri di soccorso", ha aggiunto il ministro dell'Interno Alfano.
"Anche Mare Nostrum si poteva spingere verso il confine del nord Africa per ampliare la zona di ricerca e soccorso. Adesso abbiamo una zona di presidio frontiera: a 30 miglia dalle coste italiane finisce l'Europa, fin lì ci siamo noi. Noi siamo a trenta miglia, che è già alto mare: è il compito che per dovere dobbiamo fare; sugli interventi di ricerca e soccorso - ha concluso - dobbiamo fare ciò che le leggi ci dicono di fare".
(ANSAmed).