Illustrare quale sia il cammino di riforme intrapreso negli ultimi mesi, per convincere che tornare a credere nel Paese possa essere una carta vincente. E così il ministro della Cooperazione internazionale egiziano, Naglaa Al Ahwany, in vista della Conferenza internazionale di Sharm el-Sheikh sullo sviluppo economico (dal 13 al 15 marzo prossimi), fa tappa a Roma per incontrare i big dell'economia italiana e convincerli a rafforzare la loro presenza in Egitto. Lo ha fatto alla vigilia di una missione di sistema organizzata dai ministeri dello Sviluppo economico e degli Affari esteri italiani che da ieri sono al Cairo con circa 90 aziende, 5 associazioni imprenditoriali e 5 gruppi bancari. Segno che l'azione egiziana ha terreno fertile. "Malgrado le grandi difficoltà in cui si trova, l'Egitto rimane un Paese in cui investire e ha tutte le credenziali per attrarre imprese straniere", sottolinea Al Ahwany. Secondo le previsioni elaborate dalla Economist Intelligence Unit citati da Sace, nel 2015 il Pil egiziano dovrebbe salire dal 2,2% del 2014 al 4%. Al Ahwany passa per Roma per rassicurare il tessuto imprenditoriale italiano e per spiegare quanto finora fatto dal governo egiziano per rilanciare il Paese, riformando o emendando la normativa per migliorare il clima degli investimenti, ma anche favorendo lo sviluppo di alcuni comparti. "Sono dieci i settori su cui puntiamo", spiega ad ANSAmed. E proprio a Sharm El Sheikh "intendiamo presentare quanto finora messo in atto e quel che resta da compiere". Sfide e opportunità da cogliere nei settori dell'energia, minerario, oil and gas, innovazione e tecnologia, costruzioni, trasporti, logistica, turismo, agricoltura, salute e educazione. Alla conferenza di marzo "presenteremo ben 33 progetti su cui puntiamo notevolmente. Li spiegheremo agli investitori internazionali, come illustreremo loro le riforme legislative che abbiamo varato o che stiamo ultimando". Dalla legge sugli investimenti - in fase di emendamento - a quella che disciplina le zone economiche speciali; da quella sul micro credito alla normativa sulla competitività; dalla regolamentazione del settore delle energie rinnovabili alla legge sullo sviluppo del comparto elettrico. Ci sono poi due norme che hanno bisogno di molto più tempo, vista la loro portata e le conseguenze che hanno sulla società egiziana: la legge sull'occupazione e quella che disciplina il lavoro nel pubblico impiego. "Serve un dibattito più ampio", dice Al Ahwany. Resta poi la questione dei contenziosi fra Stato e imprese straniere. "Anche su questo punto - rassicura - stiamo lavorando sodo per giungere a una soluzione rapida. Molti di questi sono stati risolti".(ANSAmed).
Egitto: Al Ahwany a Italia, riforme economia vanno avanti
Dieci i settori su cui punta il Cairo per attrarre investitori
Illustrare quale sia il cammino di riforme intrapreso negli ultimi mesi, per convincere che tornare a credere nel Paese possa essere una carta vincente. E così il ministro della Cooperazione internazionale egiziano, Naglaa Al Ahwany, in vista della Conferenza internazionale di Sharm el-Sheikh sullo sviluppo economico (dal 13 al 15 marzo prossimi), fa tappa a Roma per incontrare i big dell'economia italiana e convincerli a rafforzare la loro presenza in Egitto. Lo ha fatto alla vigilia di una missione di sistema organizzata dai ministeri dello Sviluppo economico e degli Affari esteri italiani che da ieri sono al Cairo con circa 90 aziende, 5 associazioni imprenditoriali e 5 gruppi bancari. Segno che l'azione egiziana ha terreno fertile. "Malgrado le grandi difficoltà in cui si trova, l'Egitto rimane un Paese in cui investire e ha tutte le credenziali per attrarre imprese straniere", sottolinea Al Ahwany. Secondo le previsioni elaborate dalla Economist Intelligence Unit citati da Sace, nel 2015 il Pil egiziano dovrebbe salire dal 2,2% del 2014 al 4%. Al Ahwany passa per Roma per rassicurare il tessuto imprenditoriale italiano e per spiegare quanto finora fatto dal governo egiziano per rilanciare il Paese, riformando o emendando la normativa per migliorare il clima degli investimenti, ma anche favorendo lo sviluppo di alcuni comparti. "Sono dieci i settori su cui puntiamo", spiega ad ANSAmed. E proprio a Sharm El Sheikh "intendiamo presentare quanto finora messo in atto e quel che resta da compiere". Sfide e opportunità da cogliere nei settori dell'energia, minerario, oil and gas, innovazione e tecnologia, costruzioni, trasporti, logistica, turismo, agricoltura, salute e educazione. Alla conferenza di marzo "presenteremo ben 33 progetti su cui puntiamo notevolmente. Li spiegheremo agli investitori internazionali, come illustreremo loro le riforme legislative che abbiamo varato o che stiamo ultimando". Dalla legge sugli investimenti - in fase di emendamento - a quella che disciplina le zone economiche speciali; da quella sul micro credito alla normativa sulla competitività; dalla regolamentazione del settore delle energie rinnovabili alla legge sullo sviluppo del comparto elettrico. Ci sono poi due norme che hanno bisogno di molto più tempo, vista la loro portata e le conseguenze che hanno sulla società egiziana: la legge sull'occupazione e quella che disciplina il lavoro nel pubblico impiego. "Serve un dibattito più ampio", dice Al Ahwany. Resta poi la questione dei contenziosi fra Stato e imprese straniere. "Anche su questo punto - rassicura - stiamo lavorando sodo per giungere a una soluzione rapida. Molti di questi sono stati risolti".(ANSAmed).