(ANSAmed) - ROMA, 8 LUG - Vie dello shopping e del lusso,
universo maschile e femminile che si incrociano ma non si
incontrano sempre, dove può capitare che ci si scambi un
bigliettino con un numero di telefono per concordare
un'avventura sporadica e senza implicazioni sentimentali. ''Una
dimensione che scorre sotterranea, palese solo a chi sa guardare
in profondità, e sia in grado di ascoltare, il vocio delle
litanie, i sospiri e la chiamata della seduzione''. E' ''La
città del piacere'', un luogo utopico, ma anche reale - dove a
tratti sembra di scorgere una qualche città del Golfo persico -
raccontata dallo scrittore egiziano Ezzat El Kamhawi (Il
Sirente, pp. 59 Euro 15). Un racconto - pubblicato al Cairo nel
1997 - che si basa su leggende e miti delle tradizioni arabe e
indiane. ''Nessuno conosce la storia della città del piacere,
nessuno ne è mai tornato per poterla raccontare'', scrive
infatti nella prefazione al volume la traduttrice, Isadora
D'Aimmo. E' però un luogo ''dove la popolazione è dedita a
adorare la Dea del Piacere, governata da un lussurioso re e da
una principessa che sogna un amore romantico''. Nessun giudizio
morale da parte dell'autore. Nessuna condanna. Solo, una
narrazione attraverso la quale lo scrittore si limita a
sollevare un dubbio: ''nei luoghi in cui l'amore è negato, una
certa misura di follia anima i rapporti e, in fin dei conti,
nessuno è immune dal perdersi e dall'alienarsi''. (ANSAmed).