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Turismo: Egitto, in paradiso Sharm si teme che crisi durerà

Operatori turistici e dipendenti hotel, paura dei licenziamenti

19 novembre, 17:51

(dall'inviato Giuseppe Maria Laudani) (ANSAmed) - SHARM EL SHEIKH, 19 NOV - Le strade assolate di Sharm, costeggiate dai resort a bordo mare e dal deserto verso l'interno sono vuote. Le ricadute economiche dopo la tragedia dell'aereo russo schiantatosi nel Sinai lo scorso 31 ottobre con 224 persone a bordo, tutte morte, sono evidenti. Un vento fresco aleggia e smuove le palme e le bandiere egiziane. Molti i taxi che ti chiedono di salire a bordo proponendo tariffe scontate.

Ma è sui vari minibus che caricano a bordo i dipendenti degli hotel, che si percepisce la crisi. "Siamo spaventati dalla fuga dei turisti - racconta un inserviente di un albergo -. Nel nostro hotel eravamo circa 300 prima della crisi e adesso siamo 200, ma temiamo che altri possano essere mandati via".

Sull'ipotesi del terrorismo esprime dei dubbi, ma "se fosse così allora sarebbe terribile, questi assassini vogliono colpire l'economia del nostro Paese - continua -. Siamo nei guai, qui di turisti ce ne sono sempre di meno".

Rispetto alle zone centrali dove si percepisce ancora un certo movimento di vacanzieri è nella costa nord di Sharm che la mancanza di turisti è più evidente. Tanti gli ombrelloni e i lettini in spiaggia, ma per la maggior parte vuoti. Il Barelo Tiran Sharm propone sconti ed agevolazioni con tariffe a pensione completa a prezzi stracciati ma al suo interno sono presenti solo un centinaio di persone. Si godono le varie attività, dal ballo orientale, alle nuotate in piscina, o sotto il pergolato al fresco. "E' terribile", ammette Fakher Khalifa, general manager dell'hotel. "E' difficile, anche perché non abbiamo prospettive per il futuro. E' l'insicurezza che ci fa paura". Prima dello schianto dell'aereo russo "l'albergo era pieno al 75%-80%, ma adesso è già tanto che arriviamo al 10% e siamo fortunati". Ma Khalifa non ha dubbi: "Sharm è un posto sicuro. Un conto però dirlo noi, un'altra invece convincere i turisti a venire". Gli sconti o le promozioni, "servono a poco", rivela, "perché la gente è disposta a pagare per una meritata vacanza, ma come facciamo a convincerli che qui non rischiano?".

Il vero problema - ammette - è che "in questo Paese manca una visione a lungo termine, di prospettive e di strategie di business". La crisi "durerà, giorni, mesi, forse anni, chi lo sa... e io ho paura". La hall è deserta, ma anche il ristorante ai piani superiori della struttura. Una volta usciti dal resort si notano i negozi disseminati sulla strada principale con le saracinesche abbassate.

Dirigendosi più a sud verso Nama Bay si incrocia più movimento. I turisti ricompaiono, pochi, ma ci sono. Negli hotel gli inservienti si illuminano quando sentono parlare italiano.

Basta un "ciao!", che subito ritorna nei loro visi il sorriso e la voglia di parlare: "Benvenuti, venite qui, l'Egitto è sicuro". A ripeterlo come in un ritornello tassisti e negozianti, forse anche per esorcizzare le loro paure e la fuga dei vacanzieri. "Un tempo qui avevamo il pienone, ma adesso purtroppo non è così", afferma un inserviente di un altro grande hotel. Un altro aggiunge: "prima della crisi avevamo il 100% delle presenze, ora siamo al 40%". E conferme in tal senso arrivano anche da una coppia di italiani: "da anni veniamo qui e alle 10.30 del mattino era difficile trovare un posto in spiaggia, mentre adesso è tutto vuoto".

Intanto mentre l'inchiesta ufficiale egiziana sulle cause dello schianto dell'Airbus procede il vice ministro degli Esteri russo, Serghiei Riabkov ha annunciato che Russia e Stati Uniti collaborano a livello di "servizi speciali e organi investigativi" nella ricerca dei responsabili della sciagura aerea. (ANSAmed).

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