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Regeni: Sisi, non l'hanno ucciso servizi segreti egiziani

Dietro a caso 'gente malvagia'.Nostri media rilanciano menzogne

13 aprile, 16:17

(ANSAmed) - ROMA, 13 APR - Il presidente egiziano Abdel-Fattah al Sisi ha negato, in un incontro con esponenti politici, sindacati e ong oggi in Parlamento, che i servizi di sicurezza egiziani siano dietro all'uccisione di Giulio Regeni.

E sostenuto invece che dietro l'omicidio del ricercatore italiano c'è "gente malvagia", senza fornire altri dettagli.

"C'è gente malvagia fra noi che fa ciò", ha detto Sisi dopo un articolato ed esplicito riferimento al lancio di accuse ai servizi di sicurezza egiziani da parte di "reti sociali" e "professionisti dei media". "Noi annunciamo un progetto, loro lo mettono in dubbio; noi annunciamo una decisione, loro la mettono in dubbio; noi annunciamo un caso come quello - ha aggiunto Sisi riferendosi implicitamente a Regeni - e loro accusano lo Stato".

Il presidente egiziano ha anche lamentato che il "problema per l'Egitto" rappresentato dal caso Regeni è stato generato dalla pubblicazione "di menzogne" da parte di media egiziani.

"Dobbiamo stare attenti a menzogne e accuse da parte di persone attorno a noi, noi egiziani, che hanno trasmesso e pubblicato queste accuse e queste menzogne", ha detto Sisi. "Attribuiamo grande interesse a questo caso in particolare, in quanto abbiamo relazioni molto privilegiate con gli italiani", ha detto ancora il presidente. "La dirigenza italiana si è posta al fianco dell'Egitto dopo il 30 giugno", ha proseguito, con implicito riferimento alle manifestazioni di piazza che, appoggiate dai militari, nell'estate del 2013 portarono alla deposizione del presidente Mohamed Morsi, esponente dei Fratelli musulmani, e un anno dopo all'elezione dello stesso ex-generale alla presidenza.

Sisi ha inoltre esortato gli inquirenti italiani a tornare al Cairo per indagare sull'uccisione di Giulio Regeni. "Abbiamo detto loro, venite e diciamo ancora una volta: venite, siate con noi. Noi trattiamo le questione in tutta trasparenza". Nel porgere di nuovo le condoglianze ai familiari di Giulio Regeni, il presidente Abdel Fattah Al Sisi ha ricordato agli "apparati" del Paese il caso dell'egiziano Adel Meawwad Heikal scomparso a Roma nell'autunno scorso. "Mi ricordo, e ricordo agli apparati dello Stato - ha detto - che noi abbiamo un figlio che si chiama Adel. E' scomparso là". La Procura di Roma sta indagando dall'ottobre scorso su questa scomparsa ma finora non sono emersi elementi per collegarla a fatti criminali. Sisi aveva già sottolineato l'interesse del Cairo per questo caso in un'intervista a Repubblica il mese scorso e tramite un portavoce il 5 aprile, (ANSAmed).

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