(di Giuseppe Maria Laudani)
(ANSAmed) - IL CAIRO, 5 LUG - Il primo spicchio di luna che
compare è il segnale che il Ramadan è finito. Il mese sacro di
digiuno e di purificazione - uno dei quattro pilastri della
religione musulmana - osservato da 1,6 miliardi di fedeli volge
al termine e cede il passo al mese di Shawwal che inizia con la
festa del piccolo Bairam o dell'Eid al-Fitr.
Come ogni anno non mancano le discordanze tra chi segue la
valutazione astronomica e ritiene che il termine sia oggi poiché
la luna è già sorta e chi invece segue l'avvistamento oculare
del satellite, quindi festeggia domani.
Questa è l'ultima notte di 'lavoro' per il Mosaharati, l'uomo
che per tutto il mese ha solcato le strade del Cairo, avvertendo
a colpi di tamburo i fedeli a prepararsi al Suhoor, il pasto
prima dell'alba. Ritornerà l'anno prossimo col nuovo Ramadan.
Tra credenze e tradizione inizia la festa. Chi può abbandona
le città e si sposta al mare: la capitale egiziana si è
letteralmente svuotata. Chi resta in città si dedica allo
shopping dell'ultimo minuto, decora le abitazioni con lanterne e
prepara banchetti. Poi dopo la cena serale si rimane svegli fino
all'alba per la preghiera che segna l'inizio del Fitr.
Sentimenti di fratellanza uniscono i musulmani, ma è un clima
per metà solo di gioia: anche quest'anno il Ramadan è stato
segnato da attentati, dal Bangladesh, all'Iraq, all'Arabia
Saudita. Bagni di sangue condannati dalle autorità religiose che
hanno lanciato messaggi di pace, come ha anche fatto l'inviato
Onu per la Libia Martin Kobler che ha augurato ai libici un
"futuro di speranza e prosperità".
Tuttavia l'allerta terrorista non sembra essere l'unica
preoccupazione del momento, soprattutto tra gli egiziani
angosciati in particolar modo dall'andamento economico e
dall'inflazione galoppante: negli ultimi mesi i prezzi dei beni
alimentari hanno subito un'impennata specialmente durante il
mese sacro. All'Iftar serale che interrompe il digiuno
giornaliero "abbiamo dovuto rinunciare ad invitare molte persone
perché ci sarebbe costato una fortuna" afferma Hanane, madre con
tre bambini. Gli fa eco Ahmed anche lui con famiglia a carico:
"i prezzi dei capi di abbigliamento sono aumentati del 100%",
lamenta, mentre la moglie Samia si chiede disperata: "come
faremo ad acquistare pantaloni nuovi per i nostri figli?".
E se la media borghesia del Cairo stringe la cinghia non
mancano le iniziative a sostegno dei poveri come quelle della
Chiesa evangelica di Kasr al Doubara che durante il mese sacro
ha offerto nei fine settimana banchetti gratis. "Non è un
problema venire a mangiare qui - spiega Wael, musulmano - i
cristiani sono nostri vicini e anche loro fanno il digiuno".
Dello stesso parere Salwa, cristiana: "l'Islam è religione di
amore e fratellanza, da secoli conviviamo in pace". (ANSAmed)