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Nasrallah, nel mio melò la voglia di libertà dell'Egitto

Regista egiziano al Medfilm Festival di Roma

07 novembre, 13:03

(di Cristiana Missori) (ANSAmed) - ROMA, 7 NOV - "La vera trasgressione è nella ribellione, nella rottura degli schemi, delle barriere di classe". Parola di Yousry Nasrallah, il regista e sceneggiatore egiziano che venerdì sera ha inaugurato con il suo Brooks, Meadows and Lovely Faces (Al Ma' wal Khodra wal Wajh El Hassan), la 22/a edizione del Medfilm Festival. Gli ingredienti di questo suo ultimo lavoro sono il cibo, il sesso, l'amore e la libertà.

Apparentemente niente politica. In realtà tutto è politica nelle pellicole di Nasrallah. Oltre 30 all'attivo, per un artista, nato a Giza da una famiglia cristiana copta, diventato critico cinematografico, sceneggiatore, assistente di un maestro come Youssef Chahine e infine regista. La trama di questa sua ultima opera è piena di intrecci: Yehia e i suoi due figli - l'appassionato cuoco Refaat e il donnaiolo Galal - gestiscono una società di catering specializzata in ricevimenti per matrimoni. Sua nipote Karima è promessa a Refaat, ma lui ama Shadia, senza sapere che anche Karima ama un altro.

"E' un film sulla libertà, una storia epicurea", spiega ad ANSAmed Nasrallah. Una pellicola, a metà strada fra il melò, il musical e la commedia, che parla dell'amore con cui si superano le differenze di età e di ceto e che va oltre i limiti imposti dalle leggi.

Nel 2011, Nasrallah non esita a filmare con una videocamera le manifestazioni in Piazza Tahrir tra il 25 gennaio e l'11 febbraio. Lo fa insieme a un gruppo di registi, attori, scrittori e tecnici e ne viene fuori una pellicola collettiva, 18 jours, presentata alla Quinzaine des réalisateurs a Cannes.

Nel 2012 è la volta di Après la bataille, altro momento cruciale della rivoluzione di gennaio con cui Nasrallah racconta la cosiddetta 'battaglia dei cammelli' che, il 2 febbraio 2011, vide i rivoluzionari di piazza Tahrir attaccati da sostenitori di Hosni Mubarak in groppa a cammelli e cavalli. Giornate storiche. Evaporate? "Niente affatto - replica - per me lo spirito di Tahrir è ancora lì". Nel parlare della situazione egiziana, però, non va molto per il sottile. "Un disastro economico e politico", dice.

Nel cassetto ha già un paio di progetti. Il primo, fa sapere, parla della storia di una prostituta d'alto bordo e di un uomo che lavora in borsa, che si innamora perdutamente di lei. "Lo ho già sottoposto al vaglio della censura", sottolinea. "Mi hanno fatto 30 osservazioni". La maggior parte del tempo, fa notare, "mi chiedono perché scrivo di queste cose, con che diritto ne scrivo e poi concludono dicendo che non si tratta di una storia egiziana". In realtà, afferma, "i miei film fanno paura e fanno saltare i nervi a molti, ma non importa". D'altronde, a 64 anni, come lui stesso fa notare, cosa potrei mai avere da perdere?".

Chissà quindi cosa accadrà quando vedrà la luce il suo secondo progetto: "la storia di un integralista transessuale".

(ANSAmed).

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