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Egitto: Isis rivendica uccisione di 15 miliziani tribali

Clan al fianco dell'esercito contro terrorismo

12 maggio, 17:32

(ANSAmed) - IL CAIRO, 12 MAG - Aumentano i segnali di un coinvolgimento di tribù locali nella guerra condotta dall'esercito egiziano contro l'Isis nel Sinai nord-orientale: lo Stato islamico, con un messaggio diffuso ieri su internet, ha rivendicato l'uccisione di "circa 15" miliziani "apostati" e il ferimento di "diversi" altri in un'imboscata nel "nord del Sinai".

Fonti della sicurezza egiziana hanno parlato di 18 morti fra "milizie formate dalle tribù del Sinai per appoggiare l'esercito" (Al Jazeera riporta la cifra di 13).

Fra le vittime dell'imboscata, in cui la strage è stata compiuta l'altro ieri da un colpo di mortaio, ci sarebbe anche un "capo", Salem Abu Lafi, di 46 anni, della nota tribù dei Tarabin. Informazioni su scontri fra il braccio egiziano dell'Isis e questa tribù beduina (la più grande in Egitto) sono circolate più volte nelle ultime settimane. In particolare il 2 maggio fonti della sicurezza avevano segnalato l'uccisione di otto terroristi nel nord del Sinai da parte di componenti di questo clan. Già due anni fa il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi aveva sostenuto che popolazioni locali si stavano schierando con l'esercito nella guerriglia che lo Stato islamico conduce da metà 2013, causando centinaia di morti. (ANSAmed).

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