(di Luciana Borsatti)
(ANSAmed) - ROMA, 16 MAG - "Papa Francesco mi piace, è una
bella persona, ha buona volontà e vuole la riconciliazione. Ma
non si può fare dialogo interreligioso solo scambiandosi pacche
sulle spalle", ed ai vertici di Al Azhar nella sua recente
visita al Cairo avrebbe dovuto "chiedere di più". A parlare con
l'ANSA è Hamed Abdel-Samad, scrittore egiziano che vive sotto
scorta in Germania e si trova oggi in Italia per presentare il
suo libro "Fascismo Islamico" (Garzanti, pp. 220, 16 euro). La
parola 'fascismo', è in sintesi la sua tesi, va applicata
all'Islam e non solo all'Islam politico (ma non alla fede dei
singoli musulmani, precisa), perché vi sono molte analogie tra
l'ideologia dei fascismi sorti tra le due guerre in Europa -
proprio quando in Egitto nascevano i Fratelli musulmani, cui lui
stesso aderì per un paio d'anno da giovane - e l'islamismo,
nelle sue varianti che vanno dal wahabismo saudita agli orrori
odierni dell'Isis. E questo perché - dice - l'islamismo attinge
dal Corano tanto quanto vi attingono coloro che promuovono
l'Islam come religione di tolleranza e pace. E dell'ideologia
islamista è vittima lui stesso da quando, per un discorso tenuto
al Cairo il 4 giugno 2013, il leader di un gruppo terroristico
ma soprattutto un docente di Al Azhar chiesero la sua morte. "Al
Azhar è un'istituzione schizofrenica, ha un Islam per l'export
tollerante, e poi un Islam ad uso domestico, che diffonde l'odio
contro ebrei e cristiani e perseguita i liberi pensatori": come
il Nobel Naguib Mahfouz, il teologo Nasr Hamid Abu Zayd e
l'intellettuale Farag Fouda, ucciso per apostasia. "Quando il
Papa era al Cairo - prosegue Samad - c'erano pensatori in
prigione a causa di Al Azhar. E' di questo che bisogna parlare,
altrimenti il dialogo è ipocrita. Manca il coraggio di
affrontare i problemi concreti, che si tratti del Papa o di
qualunque politico o intellettuale europeo: il coraggio di
chiedere la firma congiunta di una dichiarazione sul diritto
alla libertà di religione, ma anche di critica e di abbandono
della religione, da entrambe le parti". Il Grande Imam Ahmad
al-Tayyib personalmente responsabile anche dell'uccisione dei
cristiani in Egitto, dunque? "Responsabile di libri di testo che
la giustificano - risponde - come quella sulla necessità di
distruggere le chiese scritto da Ahmed al-Damanhouri, 'great
Sheikh' di Al-Azhar nel XVIII secolo, ristampato nel 2012. Al
Azhar dice che quello che fa l'Isis non è vero islam, ma insegna
nei libri la stessa cosa".
Quanto al presidente egiziano Sisi, che nel 2013 destituì
l'islamista Mohammed Morsi, "sono deluso. Da una parte aveva
ragione a volersi liberare dei Fratelli Musulmani, altrimenti
l'Egitto sarebbe stato un secondo Iran. Dall'altra avrebbe
dovuto avere più coraggio sulla secolarizzazione del Paese e la
separazione tra stato e religione, costringendo Al Azhar a
cambiare la sua ideologia educativa. Sisi parla della necessità
di un nuovo discorso religioso, ma sono solo appelli: Al Azhar è
una struttura statale, ma mantiene una certa autonomia. E non si
può dare autonomia ad una istituzione che insegna l'odio".
Ma non teme che un titolo ad effetto come "Fascismo
islamico" fomenti l'odio e l'islamofobia in Europa?
"Il movimento islamista prende legittimazione dall'Islam",
risponde Samad, che nel suo libro cita diffusamente le tesi di
Umberto Eco sull''ur-fascismo', evidenziando che "gli stessi
principi del fascismo si trovano nell'islam e nell'islamismo".
Ma questo non vuol dire - precisa - che un miliardo e 600
milioni di musulmani nel mondo siano terroristi, "altrimenti
avrei parlato di 'fascismo musulmano'. C'è una differenza tra le
persone e l'ideologia, le prime non sono Corani che camminano.
Il Corano è come un supermarket, puoi prendere pragmaticamente
quello che vuoi, i passaggi positivi e quelli negativi".
"Non possiamo sempre ritardare il dibattito su questi temi -
afferma - a causa di qualche malato che potrebbe uccidere né per
"il ricatto morale dalla sinistra liberale in Europa, secondo
cui il mio pensiero aiuta il razzismo, il populismo di destra,
l'islamofobia". E cita l'esempio di quanto è accaduto con
l'edizione francese del libro, uscito in Germania nel 2014. Il
primo editore, Piranha, aveva prima ritardato la pubblicazione
per gli attentati di Charlie Hebdo, e poi del Bataclan e di
Nizza, per infine rinunciarvi. Ora il libro è stato appena
pubblicato da Grasset. "Se si sceglie l'autocensura - conclude
Samad - è la fine dell'Europa". (ANSAmed).