Il documentario descrive come nel 1903 l'allora giovane chirurgo siciliano, vincitore di un concorso per un primariato ospedaliero al Cairo, lanciò una sottoscrizione a nome della Società Italiana di Beneficenza (Sib) nella comunità italiana di Egitto, forte allora di oltre cinquantamila componenti: la colletta consentì la costruzione dell'ospedale nel tempo record di un anno.
Gaglio diresse il nosocomio fino alla propria morte, nel 1949, e ora Eugenio Benedetti, suo pronipote, ne prosegue la missione alla guida delle quattro fondazioni non profit 'Sib'. L'ospedale è articolato in 11 divisioni, con altrettanti padiglioni, in cui operano 750 dipendenti e sono disponibili 400 letti, consentendo oltre tremila interventi chirurgici all'anno: un complesso unico in Africa, con 18 stazioni di rianimazione intensiva, sottolinea una scheda che sintetizza il video.
Un re d'Egitto, Farouk, conferì a Gaglio la massima onorificenza egiziana, il 'Kiladate el Nile' (Gran Cordone dell'Ordine del Nilo), col quale il benefattore ha voluto essere sepolto, assieme alla Gran Croce di Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia, personalmente consegnatagli da Vittorio Emanuele III all'atto di sbarcare ad Alessandria il 12 maggio 1946: quel giorno ad attenderlo sul molo del porto c'era re Farouk con Gaglio al suo fianco.
Nel riferire questi e altri "episodi quasi sconosciuti in Italia", è scritto nella scheda, il film evidenzia anche la figura di un altro re d'Egitto, Fuad, "gran protettore di Empedocle: questi l'aveva salvato da sicura morte" curandolo "per la ferita dal colpo di pistola infertagli alla gola dall'ex cognato", e dovette alla regina Nazli Sabris (seconda moglie del sovrano) la "considerazione regale da cui fu privilegiato per tutta la vita".(ANSAmed).