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TEL AVIV - Da ieri sera, dopo 24 ore di conflitto, la situazione tra Gaza e Israele è calma: né razzi dalla Striscia né raid di risposta da parte dell'esercito dello stato ebraico. Secondo Hamas è stato raggiunto, con la mediazione dell'Egitto, un cessate il fuoco a partire dalle 20.45 (Gmt) di ieri sulla "base di una mutua calma". Israele ne ha negato l'esistenza, ma un alto esponente ha detto questa mattina alla radio che "quiete chiama quiete". Per ora dunque sul campo a prevalere è la calma.
Da mercoledì notte si sono registrati quasi 200 lanci dalla Striscia - con gli abitanti del sud di Israele chiusi nei rifugi e almeno 11 feriti a Sderot - e 150 obiettivi colpiti dalla risposta dell'esercito israeliano. E tre morti a Gaza dove tra le vittime ci sono anche una bimba di 18 mesi e la mamma incinta.
A seguito della calma in corso, per ora, al confine con Gaza, l'esercito israeliano ha allentato alcune restrizioni di sicurezza adottate in questi giorni per i residenti delle zone limitrofe alla Striscia. Tra queste, secondo i media, c'è la ripresa del servizio ferroviario tra le città di Ashkelon e Sderot. Resta comunque l'allerta, con il divieto per gli agricoltori israeliani di lavorare nei campi a ridosso della Striscia. Alon Davidi, sindaco di Sderot, cittadina contigua a Gaza e maggiormente colpita dai razzi, ha definito "uno sbaglio" la tregua annunciata da Hamas. "Comprendo il desiderio del governo di avviare negoziati, ma Israele - ha spiegato - deve mettere fine al terrore con l'aiuto militare. Questo entrare e uscire dalla guerra è insano".