''Non esiste un investimento minimo, ad eccezione che nelle zone franche speciali'', ha detto la fonte, rispondendo alla domanda sull'investimento minimo possibile per iniziare a operare in Egitto. Tuttavia, la fonte ha avvertito che in queste aree speciali ci sono soglie minime che partono da 10 milioni di dollari. Di interesse per le aziende che vogliono tastare il deserto egiziano è il fatto che, ''per le joint venture, l'investitore può essere partner del progetto attraverso il suo finanziamento, il trasferimento di know how o l'acquisto di azioni in un'azienda. L'investimento nella Borsa egiziana è possibile anche per gli stranieri'', ha ricordato la fonte del Gafi.
È noto che le opportunità per le piccole e medie imprese egiziane sono per lo più in settori quali trasformazione di prodotti alimentari, industria elettronica, tessile, mobili, farmaceutica, turismo, automotive, immobiliare, miniere e materiali da costruzione.
Circa 1.190 aziende italiane sono state lanciate in Egitto finora, ha ricordato la fonte sottolineando che ''il ruolo della GAFI è quello di sostenere e assistere le aziende italiane che stanno creando una nuova attività o che desiderano espandere il loro progetto in Egitto''.
Le aziende italiane stanno investendo principalmente petrolio e gas, settori finanziari, infrastrutture, prodotti chimici e tessili, ha detto la fonte. ''La maggior parte delle principali società italiane che investono in Egitto sono grandi aziende come Eni, Edison, Pirelli, Albini, Intesa Sanpaolo (Alex Bank), ma ci sono anche molte aziende di medie e piccole dimensioni'', ha aggiunto. (ANSAmed).