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Mondo civile e religioso collaborino per la libertà di credo

Il messaggio di un convegno dell'ambasciata d'Italia al Cairo

19 febbraio, 13:14

IL CAIRO - L'auspicio di una maggiore collaborazione fra istituzioni civili e religiose al fine di giungere a una reale "libertà di credo" facendo leva su valori condivisi ad esempio da due grandi religioni monoteiste come il cristianesimo e l'islam è emerso da un convegno organizzato al Cairo dall'ambasciata d'Italia ricevendo un plauso di alto livello dall'Onu.
"Dalla libertà di culto alla libertà di religione e di credo.
Promuovere la partnership tra gli Stati, la Comunità internazionale e le Istituzioni religiose" è il titolo del convegno svoltosi martedì all'Istituto italiano di cultura con la partecipazione di personalità di alto profilo.
Tra questi il Consigliere speciale del Segretario generale dell'Onu per la prevenzione del genocidio, Adama Dieng, il quale ha espresso le proprie "congratulazioni al governo italiano per questa iniziativa" e ne ha sottolineato un motivo ispiratore: "Dio è unico e non c'è che l'Umanità che rispecchia all'unicità di Dio".
Aperto da un indirizzo di saluto dell'Ambasciatore d'Italia, Giampaolo Cantini, il convegno è stato impostato nella consapevolezza che la libertà di religione e di credo - malgrado il rilievo ad essa riconosciuto nel diritto internazionale e nelle costituzioni nazionali - soffra ancora oggi di una limitata comprensione dei suoi contenuti e delle sue molteplici manifestazioni, con il rischio che essa venga ridotta a mera libertà di culto.
L'assoluta centralità dell'idea di libertà di religione e di credo nel pensiero cristiano e islamico contemporaneo e il suo nesso diretto con il concetto di dignità umana sono stati sottolineati da Agostino Giovagnoli dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e da Nazir Mohammed Ayad, Segretario Generale del Centro per la Ricerca Islamica di al-Azhar, il massimo centro teologico dell'islam sunnita, in una significativa sintonia interreligiosa.
La necessità di intensificare la collaborazione fra attori civili e religiosi è stato invece evidenziato da Kishan Manocha, Consigliere per la libertà di religione e di credo dell'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (Odihr), istituzione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), nelle conclusioni del convegno.
In uno dei discorsi più attesi, Jan Figel, l'ex-Inviato speciale dell'Unione Europea per la promozione della libertà di religione e di credo fino a novembre scorso, ha lanciato un allarme: "stando a serie ricerche - ha detto - possiamo dire che fino al 79% della popolazione mondiale vive in Paesi con ostacoli alti o molto alti alla libertà di religione e credo".
Tendenza al peggioramento, ha sottolineato ricordando che - come attestato da un rapporto del ministero degli Esteri britannico del 2019 - "fino a 215 milioni di cristiani risultano perseguitati" nel mondo.
L'Egitto come isola di tolleranza è stato indicato dal viceministro degli Affari Esteri egiziano per i Diritti Umani e gli Affari Umanitari e Sociali: nel Parlamento del Paese a stragrande maggioranza musulmana vi sono 39 deputati cristiani, il "numero più elevato" da quando è nata questa istituzione nel 1966, ha ricordato.

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