Cantini, al Cairo da settembre 2017, ha sottolineato che "la mia percezione era che il governo italiano stesse producendo il massimo sforzo per fare avanzare la cooperazione giudiziaria" e che con la nascita del nuovo governo a giugno 2018 "da quel momento il caso è diventato una priorità anche a livello politico".
Le autorità egiziane, ha ricordato l'ambasciatore, "hanno spesso ribadito nella comunicazione pubblica la volontà da parte egiziana di pervenire a risultati conclusivi" e nei suoi colloqui "non ho mai mancato di fare riferimento all'impegno preso al massimo livello dalle autorità per la verità".
Quella del ricercatore ucciso, ha concluso Cantini, "è una vicenda di estrema complessità e con molti aspetti non chiariti.
Alla verità si deve arrivare per via giudiziaria attraverso una cooperazione andata avanti finora a fasi alterne. Lo dobbiamo a Giulio, alla sua famiglia, all'opinione pubblica e alla giustizia". (ANSAmed).