A spingere Amnesty, Comune e Università di Bologna a chiedere un intervento dell'ambasciatore italiano in Egitto "sono stati da un lato lo stillicidio di udienze convocate e rinviate nelle ultime cinque settimane, in un Paese dove peraltro l'attività giudiziaria è pressoché ferma a causa della pandemia da Covid-19" e poi "soprattutto la circostanza che Patrick Zaky è asmatico, dunque un soggetto a rischio di contagio più di altri che si trova in un ambiente - una prigione egiziana - dove più che in altri può propagarsi il virus".
Nella lettera all'ambasciatore Cantini è stato sottolineato come altri Stati dell'Africa settentrionale abbiano preso iniziative per decongestionare i centri di detenzione e che un provvedimento del genere è stato sollecitato al Governo egiziano all'inizio di aprile anche dall'Alta commissaria Onu per i diritti umani. (ANSAmed).