(ANSAmed) - IL CAIRO, 29 GEN - Una nobildonna egiziana combatte da 20 anni in modo pionieristico per i diritti di gatti, cani e asini in Egitto, con una delle poche organizzazioni per i diritti degli animali nel Paese che utilizza mezzi brutali per tenere sotto controllo la popolazione randagia e tra i suoi 100 milioni gli abitanti - come altrove nel mondo - nasconde anime sadiche per inclinazione o ignoranza.
Si tratta di Amina Abaza, appartenente a una famiglia egiziana di origine circassa che ha avuto una forte influenza sull'Egitto dalla fine del XVIII secolo ai tempi moderni. "Sono io che ho avviato un ricovero per gatti, cani e asini e un'organizzazione per la tutela dei diritti degli animali: SPARE, la prima società" di questo tipo "completamente egiziana", ha ricordato Abaza in dichiarazioni ad ANSAmed.
L'obiettivo di SPARE, il cui acronimo sta per "Society for the Protection of Animal Rights in Egypt", è quello di aiutare cani e gatti avvelenati o feriti nell'ambito delle azioni di contrasto al randagismo condotte dalle autorità. L' ong cerca anche di aiutare gli animali, inclusi gli asini, che vengono maltrattati o torturati per ignoranza, povertà o insano divertimento.
"SPARE è stata fondata nel 2001", ha ricordato la componente di una famiglia nota per aver dato all'Egitto il maggior numero di nobili dal XIX alla metà del XX secolo. "Una cagnetta che era mia amica quando ero piccola aspettava con me tutti i giorni il bus con cui andavo a scuola ma, una notte, fu uccisa: sentii un guaito orribile e il giorno non era lì ad aspettare l'autobus con me. La chiamavo "La plus belle de la terre" (la più bella del mondo). Penso che fu quel giorno che decisi di fare qualcosa per gli animali".
"In due decenni più di diecimila" quattrozampe sono stati "assistiti, curati, sterilizzati o anche inviati in Europa in adozione", ha detto la nobildonna specificando che "al momento abbiamo il ricovero per animali nella nostra fattoria di Sakkara", a sud del Cairo: vi sono ospitati "quasi 70 animali", appunto cani, gatti, asini ma anche un cammello.
"Nella clinica SPARE abbiamo quasi quotidianamente un animale maltrattato": "gettato nei canali, strangolato da bambini o vittima di un incidente stradale o di pratiche sadiche", ha denunciato l'esponente della genia che, pur non avendo dato all'Egitto alcun sovrano o presidente, è stata definita da alcuni media egiziani una delle "famiglie che governano il Paese". "Non abbiamo statistiche per l'Egitto ma, osservando gli avvelenamenti di massa che avvengono quotidianamente ovunque, suppongo che muoiano in milioni", stima la signora Amina. Gli animali vengono uccisi "in Egitto perché hanno la rabbia, ma questo non è un motivo per ucciderli selvaggiamente con veleno o colpi di arma da fuoco. Se le autorità devono proprio uccidere, l'eutanasia potrebbe essere un modo umano" per farlo, ha detto la componente degli Abaza, famiglia che ha anche contribuito al panorama intellettuale arabo moderno attraverso le opere di giornalisti e attivisti politici.
"In Egitto ci sono pochissime organizzazioni ufficiali per il benessere degli animali", quelle riconosciute sono forse dieci.
"sebbene le ong non-registrate siano più di 50", riferisce Amina aggiungendo che "non tutte sono buone perché lavorano solo per ottenere donazioni, però maltrattando gli animali": danno loro poco cibo e risparmiano su vaccini o buone cure veterinarie.
Per quanto riguarda le adozioni, la nobildonna ha espresso un rammarico: "Purtroppo non sono state molte. In 19 anni sono stati adottati solo 2.500 animali, perché la maggior parte proveniva dalla strada e non erano di razza pura. La maggior parte è stata adottata in Olanda, Germania e Austria".
Alla domanda sul rapporto tra la sua ong e l'Italia, Amina ha ricordato "uno dei manager di SPARE: una grande donna di nome Egitzia Romeo. Si è presa cura di SPARE per otto anni; tutti la amavamo molto, era un'italiana nata in Egitto. Riposi in pace".
(ANSAmed).