Alla domanda se l'esito possa essere una scarcerazione, la legale al telefono si è limitata a rispondere "speriamo, speriamo". "Come ogni volta", ha aggiunto, domani si recherà alla Procura per la sicurezza dello Stato per apprendere la decisione del giudice.
All'udienza, che si è svolta all'Istituto per assistenti di polizia all'estrema periferia sud del Cairo, era presente, come sempre, un funzionario dell'Ambasciata italiana al Cairo.
C'erano anche diplomatici di Italia, Stati Uniti e Danimarca. Lo ha constatato l'ANSA sul posto. La presenza di diplomatici nel presidio situato nei pressi del complesso carcerario di Tora, dove è detenuto lo studente egiziano dell'Università di Bologna, è ormai consueta e avviene nell'ambito di un programma di monitoraggio processuale Ue. L'iniziativa è sostanzialmente sospesa a causa della pandemia di coronavirus ma viene portata avanti per il caso di Zaki su impulso dell'ambasciatore d'Italia al Cairo Giampaolo Cantini. A dare connotato internazionale oltre che europeo al monitoraggio contribuiscono ad ogni udienza diplomatici di Paesi extra-Ue, nel caso odierno di nuovo gli Usa.(ANSAmed).