(dell'inviata Marina Perna)
(ANSA) - GERUSALEMME, 9 APR - Due Stati per due popoli,
israeliani e palestinesi, che vivano in pace l'uno accanto
all'altro entro i confini del 1967. E' questa la linea italiana
sullo spinoso dossier mediorientale che il premier Mario Monti
conferma nella domenica di Pasqua a tutti gli interlocutori
incontrati in una delicatissima missione nella regione.
A questa prospettiva non ci sono ''alternative'' e il
''negoziato'' e' l'unica via per ''raggiungere'' l'obiettivo,
spiega il Professore in Israele e nei Territori Palestinesi di
fronte ai due protagonisti del confronto: prima il presidente
dell'Anp, Abu Mazen, poi il primo ministro israeliano, Benyamin
Netanyahu.
La posizione di Roma e' ''inequivocabile'' e strettamente
''ancorata'' a quella dell'Ue, tiene a precisare Monti, forse
anche per sgombrare il campo da ogni lettura di un'Italia troppo
sbilanciata sulle pur comprensibile esigenze israeliane che
sembrava emergere dalla precedente gestione della politica
estera di Palazzo Chigi. E se da un lato il presidente del
Consiglio non riconosce alcuna modifica della 'linee' del '67
(salvo intese tra le parti, musica per le orecchie palestinesi),
dall'altra parte ribadisce a Israele l'eccellente amicizia -
suffragata anche da futuri salti di qualita' con contratti
importanti come quelli con Alenia-Aermacchi - e tutto il
sostegno sul fronte del nucleare iraniano. Spiegando a Netanyahu
di condividere la ''preoccupazione'' verso Teheran e
sottolineando il pieno appoggio alle sanzioni Ue - petrolifere e
finanziarie - nonostante le misure pesino sull'Italia.
E' una missione con una forte vocazione di politica estera,
quella che il Professare sta compiendo in Medio Oriente, fitta
di dossier 'caldi'. Ma il Professore si prende anche qualche
momento di sosta 'personale'. Come quando stamattina, di buon
ora, accompagnato dalla moglie Elsa, si e' recato nella basilica
del Santo Sepolcro di Gerusalemme per una messa 'privata',
officiata dal Custode di Terra Santa, padre Pierbattista
Pizzaballa. Per una parentesi privata - ''un'emozione intensa'',
ha commentato lasciando il luogo simbolo della cristianita' -
ritagliata in una fitta agenda di incontri. A cominciare da
quello con il ministro degli Esteri israeliano, Avigdor
Liebreman, a Gerusalemme per poi 'passare' nei Territori da Abu
Mazen e ritornare quindi nello Stato ebraico per incontrare il
premier Netanyahu. Che per lui ha interrotto le vacanze,
ricevendolo nella nota localita' turistica di Cesarea.
Sul tappeto, tra i tanti temi a fare da protagonista
ovviamente e' stato il processo di pace, da cui dipende ''la
stabilita' dell'area'' e le prospettive di successo della
Primavera Araba, spiega il Professore, che - dopo la cena di
stasera con il presidente israeliano Shimon Peres - domani
mattina volera' al Cairo per un'altra serie di colloqui
importanti. Non senza pero', prima, aver inviato - anche a nome
del presidente Giorgio Napolitano - Abu Mazen a Roma e aver
stretto un rapporto anche 'personale' con Netanyahu. Che saluta
annunciando per il 25 ottobre, in Israele, il prossimo vertice
intergovernativo tra i due Paesi.(ANSA).
PEN