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Golfo: A.Saudita apre alle donne alle Olimpiadi ma non basta

Educazione fisica vietata alle studentesse, no a allenamenti

26 giugno, 18:09

(di Alessandra Antonelli) (ANSAmed) - DUBAI, 26 GIU - L'entusiasmo e' durato l'arco delle poche ore tra il si' ufficiale dell'Arabia Saudita alla partecipazione delle donne del regno alle Olimpiadi, ed il no del Comitato Olimpico alla cavallerizza saudita Dalma Rushdi Malhas, per non aver "soddisfatto i requisiti minimi di eleggibilita'".

Dalma, nipote del celebre scritto palestinese Nabulsi Rushdie Malhas, aveva gia' partecipato ai Giochi olimpici della gioventu' nel 2010 conquistando la medaglia di bronzo. In quell'occasione, tuttavia, fu invitata e non inviata dal ricco regno petrolifero che osserva nei confronti delle donne codici comportamentali estramente severi e conservatori che sconfinano in violazioni dei diritti umani secono le leggi internazionali. Tra le molte restrizioni, le donne saudite non possono viaggiare senza il permesso o la presenza di un guardiano maschio, non posso guidare, non possono praticare sport.

"L'assenso alla partecipzione di una manciata di atlete, non risolve il problema," ha commentato Ali Al Ahmad promotore della campagna "No woman. No Play". "Ci sono ancora milioni di altre donne (saudite) alle quali non e' permesso praticare sport." Dello stesso avviso Sarah Whiston, direttrice di Human Rights Watch per il Medio Oriente. "Non e' un momento da celebrare.

Inviare donne alle Olimpiadi di Londra non cambia il fatto che le lezioni di educazione fisica per le raggazze nelle scuole pubbliche siano proibite." Nel curriculum scolastico delle studentesse saudite non compare infatti la materia Educazione fisica, non esistono circoli sportivi per donne, le palestre femminli sono state chiuse, allenarsi o giocare all'aperto e' fuori questione. Oltre che fuori legge.

L'apertura - dopo incontri segreti a meta' giugno tra re Abduallah, il principe ereditario, il ministro degli esteri, massimi esponenti e guide religiose del regno, riferisce la stampa - e' forse ancora solo una fessura che potrebbe tuttavia allargarsi guardano alle monarchie petrolifere vicine.

Gli Emirati Arabi Uniti, con un'aperta campagna politica che favorisce l'ingresso delle donne in ogni segmento sociale, produttivo o sportivo della societa', aveva gia' inviato la sua prima atleta a Pechino. E non un'atleta qualunque ma la principessa Maitha Al Maktum, figlia dello sceicco di Dubai per la disciplina del Taekwondo. A Londra e' stata invece confermata la partecipazione di Khadija Mohammad per il sollevamento pesi nella categoria 75kg.

A Pechino anche il Bahrein aveva inviato una rappresentanza femminile tra cui la velocista Roqaya Al Gassra.

Debutto quest'anno per il Qatar con due atlete confermate: le diciassetteni Nur Al Maliki, velocista, e Nada Arkaji, nuotatrice.(ANSAmed).

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