Parole dello sceicco di Dubai Mohammed bin Rashed al Maktoum, vice presidente e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti (Eau), uno dei primi paesi della Penisola ad aver partecipato, con i raid della settimana scorsa, ai bombardamenti Usa contro l'Isis.
In contemporanea all'atto di forza all'interno della coalizione internazionale, e nelle stesse ore in cui giungono le prime minacce di attacchi ai paesi alleati degli Usa dai jihadisti di al Nusra, gli Eau tramite il premier spiegano, in un lungo intervento sul piu' diffuso quotidiano del paese, la posizione e la filosofia del governo. "Non c'e' un solo politico in America, Europa, Africa o Asia che possa permettersi di ignorare cio' che accade in Medio Oriente," scrive lo sceicco Al Maktoum in un editoriale sul Gulf News dal titolo, "La battaglia intellettuale contro l'Isis". Tutti avvertono il surriscaldamento perche' per certe fiamme non esistono confini," aggiunge, sottolineando che tra le file dell'Isis si contano almeno 80 nazionalita'.
"Con i suoi urlati e deviati toni religiosi, questo franchising dell'odio prefabbricato e' adottabile da qualunque gruppo terroristico". E nonostante l'Isis sia "un'organizzazione brutale", che "non rappresenta ne' l'Islam ne' i valori piu' basilari dell'umanita', e' emersa, si e' diffusa e resiste" scrive al Maktoum. "Bombardare non e' sufficiente per garantire la pace. Occorre bombardare alle radici un'ideologia pericolosa.
Rinvigorire il concetto che Dio ci ha creato per migliorare il mondo non per distruggerlo," prosegue. E indica nelle missioni preventive degli intellettuali religiosi e nei programmi per la de-radicalizzazione degli estremisti, come gia' avviene in Arabia Saudita, la via per farlo. Governare bene, fornire servizi ai propri cittadini e' il secondo ingrediente per una vera sconfitta dei fondamentalismi. "La rapida ascesa dell'Isis e' stata aiutata da due tipi di governi fallimentari: il primo che fa la guerra al suo stesso popolo, il secondo che promuove le divisioni settarie," ha puntualizzato, riferendosi rispettivamente alla Siria e all'Iraq.
Il terzo fronte e' quello di riempire i "buchi neri dello sviluppo della persona nel Medio Oriente", una responsabilita' non solo regionale, ma anche internazionale.
Con oltre 200 milioni di giovani, la regione "ha un bisogno cruciale di progetti per eliminare la poverta', migliorare educazione e sanita' e creare opportunita' economiche": iniziative che minano alle fondamenta le ideologia di odio alimentate dal senso di impotenza. (ANSAmed).