Tanto semplice quanto logico il ragionamento: nessun buon musulmano può utilizzare quel che appartiene ad altri senza pagare o senza esserne autorizzato. Di conseguenza, internet può essere utilizzato solo dopo aver sottoscritto un contratto con uno degli operatori telefonici o se si è stati autorizzati a entrare in Rete da chi ne ha uno.
L'IACAD riconosce un danno nella lentezza dei collegamenti, quando ci sono molte connessioni "abusive". Una perdita materiale di cui d'ora in poi, un musulmano 'ladro' di web dovrà rendere conto a Dio.(ANSAmed)