(di Nadira Sehovic)
(ANSAmed) – SARAJEVO, 5 DIC – Milioni di petrodollari
provenienti da Paesi arabi vengono investiti negli ultimi tempi
in Bosnia nel turismo, settore che ha registrato una crescita
del 20% negli ultimi due anni. E nei dintorni di Sarajevo
spuntano, immersi nel verde e rinfrescati da corsi d'acqua a
poca distanza dall'aeroporto e dal centro storico della capitale
bosniaca, resort di lusso, complessi residenziali chiusi,
lussuosi alberghi con mega centri commerciali, ospedali, campi
sportive. Il tutto destinato ai turisti arabi.
Grazie ai capitali dei paesi del Golfo, a cominciare da
Kuwait e Emirati, sono attualmente in corso di realizzazione
cinque grossi progetti che prevedono la costruzione, oltre ad
alberghi e grandi condomini, di villaggi turistici con più di
1.500 ville lussuose.
Molto più numerosi sono terreni e case che gli arabi hanno
acquistato individualmente, grazie ai sempre più attivi agenti
immobiliari locali, con il totale dei turisti arabi che è
cresciuto complessivamente quest'anno del 200%.
Nel centro storico di Sarajevo gli arabi sono i visitatori
più numerosi, e le donne di regola portano il niqab, il velo
integrale nero: riempiono le botteghe degli artigiani che
vendono i souvenir tradizionali, invadono caffè e ristoranti,
molti dei quali hanno il menu stampato anche in arabo e spesso,
per adeguarsi alla nuova e ricca clientela, non offrono più gli
alcoolici.
Non pochi ristoratori e artigiani, però, accusano i turisti
arabi di essere arroganti e boriosi. Inoltre, sebbene metà della
Bosnia sia musulmana, l'accresciuta presenza di wahabiti
(seguaci della ultraconservatrice scuola saudita), provoca
generale allarmismo e preoccupazione tra la gente, musulmani
compresi, perché potrebbe contribuire alla radicalizzazione di
una parte della locale comunità islamica.
Nei giorni scorsi, il noto accademico bosniaco musulmano Esad
Durakovic ha dichiarato che nella Federazione Bh (entita' a
maggioranza croato-musulmana di Bosnia) si stanno vendendo agli
arabi migliaia di ettari di terreni di grande valore, e che si
tratta di un progetto internazionale per creare una
"musulmania".
Il problema principale è la difficoltà di accertare con
precisione quanti sono gli arabi che hanno una casa in Bosnia e
di tenere sotto controllo i loro spostamenti. Secondo la stampa,
sarebbero 40.000 gli abitanti arabi di Sarajevo.
Un altro problema è rappresentato dal fatto che, secondo le
leggi locali, cittadini stranieri come persone fisiche possono
possedere immobili in Bosnia in base alla reciprocità, come nel
caso dei cittadini di quasi tutti i paesi europei, mentre quelli
dei paesi arabi, per mancanza di reciprocità, non hanno questa
possibilità se non registrando una società in Bosnia.
Sono così nate grandi compagnie registrate in Bosnia che
acquistano diversi immobili e poi li danno formalmente in
affitto per un lungo periodo, oppure piccole società fondate al
solo fine di acquistare un immobile.
Da due settimane le autorità stanno conducendo, per la
seconda volta, un'operazione di controllo di circa 700 società,
di cui 300 sono risultate fittizie, e 16 villaggi turistici in
tutto il territorio bosniaco. I dettagli, è stato annunciato,
saranno resi noti fra pochi giorni. (ANSAmed)