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Isis: fiction tv lo condanna, minacce a produttori e cast

Trasmessa per Ramadan da saudita Mbc. 'Combattere Isis con idee'

31 maggio, 20:20

ROMA - Proposta ogni sera agli spettatori del mondo arabo dal primo giorno del Ramadan, la fiction 'Corvi neri' prodotta da Mbc descrive crudamente la vita quotidiana a Raqqa sotto la tirannia dell'Isis. Ma sta anche creando qualche preoccupazione ai responsabili del canale satellitare, come ad attori e tecnici che hanno partecipato alle riprese, per le minacce di morte che denunciano di aver ricevuto dall'Isis.

A parlarne è stato in particolare Ali Jaber, direttore di Mbc, citato oggi dal sito arabo Sabq. Jaber, intervistato anche dalla tv statunitense Npr, ha detto che è stata rafforzata la sicurezza nelle sedi del gruppo di Dubai, Beirut, Cairo, Riad e Gedda. Si minacce "ne riceviamo ogni giorno", ha detto il giornalista libanese che dirige i programmi del colosso saudita, il più grande gruppo tv privato nell'area Nord Africa e Medio Oriente. Ma l'Isis, ha aggiunto, "non è solo una organizzazione, è un'idea, una narrativa. E non si bombarda un'idea. La si combatte con un'idea più progressista e avvincente". "Penso che l'Isis - ha aggiunto Jaber - non sia venuto fuori dal nulla", ma "da alcuni degli insegnamenti religiosi sbagliati che vi sono stati nelle nostre società per molto tempo".

La fiction è ambientata a Raqqa, 'capitale' dell'Isis in Siria, e la sceneggiatura è stata costruita sulla base delle testimonianze di persone che vi hanno vissuto e ne sono fuggiti. Le crudeltà e gli abusi dei miliziani sono narrati mettendo al centro le donne, affiliate o vittime del gruppo jihadista, ed i bambini, spesso oggetto di abusi e lavaggi del cervello, per essere addestrati come cecchini e assassini.

"Stiamo combattendo contro un nemico molto pericoloso - ha osservato Jaber - perché usa le parole di Dio e gli istinti primari delle persone, per adescare simpatizzanti e soldati".

La fiction fa luce sul flagello dell'estremismo e del terrorismo dell'Isis, ha detto il portavoce del gruppo Mbc Maze Hayek, e sul ruolo delle donne nell'organizzazione jihadista.

Anche l'attrice Mona Shaddad, che interpreta una donna che si unisce all'Isis in Iraq dopo aver inutilmente cercato il marito per 20 anni, conferma di averne ricevuto minacce di morte. "Ma non ho paura - dice l'attrice in un'intervista ad Al Arabiya - perché a proteggermi c'è Dio onnipotente. Inoltre, questa produzione ha e ha avuto la protezione di molti governi".

Minacciata anche l'attrice tunisina Fatma Nasser, che ha denunciato che la sua pagina Facebook è stata piratata da siti pro-Isis. Nella serie l'attrice è la donna dell'emiro locale, e fa parte di un cast che raccoglie decine di attori di vari Paesi arabi, fra cui l'Egitto: fra loro Sayed Ragab, che interpreta il mufti dell'Isis, l'attrice e danzatrice Dina, Samar Allam e Ramez Amir. 

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