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Armatori Medio Oriente cercano soluzioni a stretta credito

Si guarda a finanzia islamica,fondi pubblici, più impegno banche

19 settembre, 16:32

(di Francesco Tedesco). (ANSAmed) Napoli, 19 set - Il settore dello Shipping si troverà alla fine di quest'anno a fare i conti con una stretta dei canali di credito da parte delle banche per decine di miliardi di dollari e deve trovare al più presto fonti alternative di finanziamento, in particolare in Medio Oriente.

E' questo uno dei temi al centro del Seatrade Offshore Marine & Workboats Middle East che si svolgerà dal 25 al 27 settembre ad Abu Dhabi. Alla base dei problemi finanziari delle flotte ci sono la ristrutturazione dei prodotti finanziari delle banche europee e la riduzione delle operazioni finanziare da parte delle stesse. La mancanza di liquidità, si legge nelle premesse del convegno finanziario in programma nella prima giornata del summit, degli armatori è dovuta anche alla riduzione del credito da parte delle banche regionali. "Le banche che hanno un settore dedicato allo shipping - spiega Tien Tai, uno dei partecipanti al panel e membro di un grande studio di avvocati del settore marittimo - non prestano più gli enormi flussi di denaro del passato. Nel Medio Oriente ci sono nuovi protagonisti dello shipping ma non riescono a sostituire i grandi finanziamenti delle banche. Le fonti alternative di capitali sono aumentate negli ultimi 18 mesi ma offrono liquidità a tassi più alti". Tra le soluzioni a cui molti operatori del settore guardano ci sono la finanza islamica e gli investimenti pubblici come l'ipotesi di investimenti per un miliardo di dollari da parte della Dubai Maritime City Authority per spingere lo sviluppo del settore marittimo dell'emirato, la cui flotta vale all'incirca dieci miliardi di dollari. Secondo gli operatori del settore, uno dei problemi degli armatori mediorientali è che gli istituti di credito sono sempre più spinti a finanziare chi ha grandi flotte già sviluppate e quindi dà più garanzie, mentre nella regione la maggior parte del tessuto imprenditoriale è costituito da piccoli e medi armatori che sono in sofferenza e devono fare i conti anche con le necessarie innovazioni delle flotte, dal punto di vista dei carburanti e delle nuove tecnologie 4.0. "I problemi del credito per le industrie armatoriali - spiega Emma Howell, una delle organizzatrici del panel al Seatrade - vengono amplificati dalla rapida crescita che il settore dello shipping e dei commerci marittimi sta conoscendo a livello globale. Una reazione da parte delle banche regionali per identificare e colmare il gap nel mercato saranno fondamentali per la salute e l'agibilità del settore nel futuro e per realizzare le ambizioni di sviluppo degli stessi Paesi dell'area mediorientale". (ANSAmed).

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