"Il risultato è molto positivo - ha commentato all'Arab News Razan Khalifa Al Mubarak, segretario generale dell'agenzia per l'ambiente - per le aree a rischio dell'interno e delle coste".
Abu Dhabi ospita circa 3.600 specie, ma altre vengono scoperte ogni giorno dagli scienziati. "Il modo migliore per assicurare la loro protezione - ha aggiunto Al Mubarak - è di salvaguardare il loro habitat naturale su cui oro contano per il cibo, il rifugio e la stessa sopravvivenza. La maggior parte delle specie a rischio più importanti di Abu Dhabi come il falco Unicolore, l'orice d'Arabia, il thar d'arabia e la tartaruga embricata, dipendono da questi habitat per sopravvivere". L'Ead è responsabile per la gestione del fragile habitat dell'emirato seguendo l'indicazione del governo che impone di mantenere intatto almeno l'80 degli habitat marini e terrestri del Paese: il rapido sviluppo urbano, industriale e delle infrastrutture che Abu Dhabi sta conoscendo in questi anni, mette sotto pressione le specie animali del Paese. La ricerca è stata portata avanti dall'Ead attraverso nuove tecnologie come la mappatura digitale dal satellite per confrontare le immagini e identificare eventuali cabiamenti d'uso del suolo dal 2013 a oggi. "La responsabilità dell'ambiente - ha concluso Al Mubarak - è collettiva e il risultato positivo arriva grazie a una forte collaborazione con il Dipartimento della Pianificazione urbana e le municipalità di Abu Dhabi, Al in e il dipartimento dei trasporti. Queste collaborazioni ci hanno aiutato a realizzare gli obiettivi per una crescita sostenibile e la protezione del nostro patrimonio naturale". (ANSAmed).