(ANSAmed) - ROMA, 27 FEB - L'Onu chiede alle autorità degli
Emirati Arabi Uniti di liberare Alia Abdulnoor, la donna di 42
anni malata di cancro detenuta per una condanna per terrorismo,
per concederle di "vivere i suoi ultimi giorni con dignità, a
casa con la sua famiglia". Secondo gli esperti Onu la situazione
della donna in carcere "le causa dolori inutili". Alia Abdulnoor
è attualmente rinchiusa nell'ospedale di Tawam, in una stanza
senza finestre e senza aria, incatenata e guardata a vista,
"sottoposta, dunque, a trattamenti inumani e degradanti". La
donna, ricorda l'Onu, è stata accusata nel 2015 di
"finanziamento del terrorismo" dopo aver aiutato una raccolta
fondi destinati alle famiglie siriane bisognose. Gli esperti Onu
per i diritti dell'uomo riferiscono, inoltre, che secondo le
informazioni ricevute Alia Abdulnoor è stata lasciata in
isolamento per sei mesi e sottoposta a gravi umiliazioni fisiche
e psicologiche, a minacce e costretta a firmare confessioni
scritte ottenute sotto tortura. Il cancro al seno da cui è stata
colpita si è propagato ad organi vitali e nonostante ciò tutte
le richieste di liberazione, per motivi di salute, avanzate
dalla famiglia della donna sono state rigettate, così come la
donna si vede negare i farmaci che la potrebbero aiutare a
sopportare il dolore. L'Onu, dunque, rivolge un appello
pressante alle autorità degli Emirati arabi perché consentano la
liberazione di Alia Abdulnoor, nel rispetto delle norme
internazionali sui diritti dell'uomo. (ANSAmed).