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CRISI: BARROSO A GRECIA, RESTI IN EURO MA BASTA RI

PRESENTATI A TROIKA TAGLI PER 11,7 MLD. MAGGIORANZA NE TROVA 10

27 luglio, 09:17

(di Emanuele Riccardi) (ANSAmed) - ROMA, 27 LUG - Resterà nell'euro la Grecia, che fa parte della famiglia europea, ma il governo di Atene deve smetterla immediatamente con i ritardi nell'attuazione degli impegni presi per il risanamento.

Parole dure e senza ambiguità, quelle del presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso, ma anche un monito ad Atene, per evitare che 'Ifigenia' venga sacrificata, questa volta sull'altare dell'austerità. Volato ieri ad Atene dove mancava da circa tre anni, Barroso lo ha spiegato senza mezzi termini al premier greco Antonis Samaras, poche ore dopo le parole di Mario Draghi che hanno risollevato i mercati, fatto volare le borse e abbassato la febbre degli spread.

Il premier greco tenta di rassicurare Barroso, ma ''le parole non sono sufficienti, i fatti sono più importanti'', gli ribatte il presidente della Commissione europea.

Dei nuovi tagli prospettati nel 2013 e nel 2014, fino a ieri si conosceva soltanto l'ammontare di 11,7 miliardi di euro, 'suggerito' al governo di Atene dalla cosiddetta troika formata dalla Bce, la Commissione Ue e il Fondo Monetario Internazionale.

In serata, il quotidiano Kathimerini nella sua versione online ha scritto che è stato raggiunto un accordo in seno alla coalizione di governo su 10 miliardi di 'tagli', e che le perplessità riguardano soprattutto l'innalzamento dell'età pensionabile da 65 a 67 anni. Per il resto, si parla di risparmi sulle pensioni e la spesa previdenziale, oltre a una diminuzione degli stipendi dei militari delle forze armate.

I tre leader della coalizione al governo in Grecia si rivedranno lunedì, mentre il numero uno del Pasok Evangelos Venizelos scomoda addirittura Euripide per criticare quei paesi europei, soprattutto del nord, che vorrebbero la Grecia fuori dall'Eurozona. Il corpulento leader socialista cita la fragile Ifigenia, trasformata in cerbiatta da Artemide, per salvarla dal sacrificio richiesto per far spirare di nuovo i venti che devono portare le navi verso Troia. L'ex ministro delle Finanze critica quei paesi convinti che "la Grecia debba essere sacrificata come Ifigenia, la figlia di Agamennone, perchè un vento favorevole torni a soffiare sulle vele dell'area dell'euro". Secondo l'ex ministro, "il sacrificio di Ifigenia sarebbe un suicidio per l'eurozona", e quelli che lo auspicano "hanno davvero torto".

Che le discussioni tra i tre (oltre a Samaras e Venizelos il leader della sinistra democratica Fotis Kouvelis) non abbiano ancora dato tutti i risultati auspicati, lo conferma il portavoce del governo Simos Kedikoglou, che parla di riunione "costruttiva", perchè "tutti vogliono dare il proprio contributo per raggiungere gli obiettivi fiscali, e tutti in questo negoziato sono alla ricerca di alternative per fare in modo che ciò venga raggiunto con giustizia sociale e senza peggiorare la recessione".

Che non ci siamo ancora, lo confermano ovviamente le parole di Barroso. Il presidente rimane convinto che "la Grecia può farcela, e la Grecia e l'Unione Europea ce la faranno", ma entrambe le parti devono "onorare" i rispettivi "impegni". Il futuro del Paese, aggiunge Barroso, "é dentro l'eurozona e di restare nell'eurozona", perché questo costituisce "la migliore opportunità per evitare che le difficoltà pesino sulle spalle di chi si trova in una posizione più vulnerabile". "I popoli europei hanno mostrato un senso di solidarietà senza precedenti" nei confronti della Grecia e la Commissione Ue "é al suo fianco", conclude il presidente dell'Esecutivo comunitario: ora spetta ora ad Atene fare la sua parte.

(ANSAmed).

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