(ANSAmed) - NEW YORK, 8 AGO - Continua a restare
pericolosamente aperta la partita che l'eurozona sta giocando su
Grecia e Spagna. Crescono infatti le pressioni per modificare il
piano di salvataggio di Atene da parte dell'Fmi che, secondo il
'Wall Street Journal', vorrebbe un ulteriore taglio del rapporto
debito-Pil al 100%. Un pressing, quello del Fondo, sul quale
arriva la doccia fredda di Standard & Poor's che rivede al
ribasso l'outlook della Grecia a 'negativo' da 'stabile' e
prevede che Atene potrebbe aver bisogno di ulteriori aiuti
Ue-Fmi per il 2012. L'agenzia stima inoltre che il debito greco
raggiunga il 170% nel 2013, con un Pil in calo del 10-11% nel
2012-2013, una contrazione peggiore rispetto al 4-5% previsto da
Ue-Fmi. L'idea del Fmi non sembra ricevere l'unanimità a
Bruxelles, dove la Commissione ha confermato l'obiettivo del
120% entro il 2020, già ritenuto "ambizioso" per il paese. Anche
perché, dopo l'haircut dei bond ellenici già subito dai privati
a marzo, ora le modalità per l'ulteriore taglio del debito greco
prevedrebbero il coinvolgimento del settore pubblico (Osi),
ossia Bce e banche centrali dell'eurozona: "idee mai
materializzate" finora, fanno notare da Bruxelles, perché
respinte dall'Eurogruppo. In ogni caso la troika resterà in
contatto tutto agosto con il governo greco che deve ancora
definire misure per 4 miliardi di euro. L'uscita di Atene dalla
moneta unica, ha però avvertito il presidente dell'Eurogruppo
Jean-Claude Juncker, "dal punto di vista di oggi sarebbe un
processo gestibile" anche se "non auspicabile" e che si
verificherà "non prima dell'autunno, e nemmeno dopo". Le
principali banche di Wall Street, però, hanno cominciato a
correre ai ripari preparandosi all'eventuale uscita di un paese
dall'eurozona. "L'euro è irreversibile e non è necessario
premunirsi contro questo rischio", ha replicato la Commissione
Ue. La spalla su cui tutti contano è la Bce che, con le misure
annunciate da Draghi, secondo il capoeconomista dell'Ocse
Piercarlo Padoan ha fatto un "grosso passo avanti". E infatti il
membro estone della Bce, Ardo Hansson, ha assicurato che
l'ammontare delle operazioni con cui Francoforte interverrà
contro gli spread sarà "considerevole". La Spagna continua così
a prendere tempo e a non chiedere l'attivazione dello scudo
anti-spread, e neanche lo sblocco dei 30 miliardi di euro che
l'Eurogruppo ha messo a disposizione tramite l'Efsf per le
banche. Madrid vuole infatti essere sicura di non dover
sottostare a condizioni supplementari. La prima tranche per la
ricapitalizzazione degli istituti spagnoli è attesa tra ottobre
e novembre, una volta noti i risultati degli stress test.
L'Italia, invece, non dovrebbe avere bisogno di aiuti, perché,
ricorda il presidente dell'Abi Giuseppe Mussari, "i compiti a
casa li abbiamo abbondantemente fatti".(ANSAmed).