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Grecia: Ue conferma target debito; S&P ribassa outlook

Fmi per nuovo haircut; da Spagna no richieste anti-spread

08 agosto, 09:31

(ANSAmed) - NEW YORK, 8 AGO - Continua a restare pericolosamente aperta la partita che l'eurozona sta giocando su Grecia e Spagna. Crescono infatti le pressioni per modificare il piano di salvataggio di Atene da parte dell'Fmi che, secondo il 'Wall Street Journal', vorrebbe un ulteriore taglio del rapporto debito-Pil al 100%. Un pressing, quello del Fondo, sul quale arriva la doccia fredda di Standard & Poor's che rivede al ribasso l'outlook della Grecia a 'negativo' da 'stabile' e prevede che Atene potrebbe aver bisogno di ulteriori aiuti Ue-Fmi per il 2012. L'agenzia stima inoltre che il debito greco raggiunga il 170% nel 2013, con un Pil in calo del 10-11% nel 2012-2013, una contrazione peggiore rispetto al 4-5% previsto da Ue-Fmi. L'idea del Fmi non sembra ricevere l'unanimità a Bruxelles, dove la Commissione ha confermato l'obiettivo del 120% entro il 2020, già ritenuto "ambizioso" per il paese. Anche perché, dopo l'haircut dei bond ellenici già subito dai privati a marzo, ora le modalità per l'ulteriore taglio del debito greco prevedrebbero il coinvolgimento del settore pubblico (Osi), ossia Bce e banche centrali dell'eurozona: "idee mai materializzate" finora, fanno notare da Bruxelles, perché respinte dall'Eurogruppo. In ogni caso la troika resterà in contatto tutto agosto con il governo greco che deve ancora definire misure per 4 miliardi di euro. L'uscita di Atene dalla moneta unica, ha però avvertito il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker, "dal punto di vista di oggi sarebbe un processo gestibile" anche se "non auspicabile" e che si verificherà "non prima dell'autunno, e nemmeno dopo". Le principali banche di Wall Street, però, hanno cominciato a correre ai ripari preparandosi all'eventuale uscita di un paese dall'eurozona. "L'euro è irreversibile e non è necessario premunirsi contro questo rischio", ha replicato la Commissione Ue. La spalla su cui tutti contano è la Bce che, con le misure annunciate da Draghi, secondo il capoeconomista dell'Ocse Piercarlo Padoan ha fatto un "grosso passo avanti". E infatti il membro estone della Bce, Ardo Hansson, ha assicurato che l'ammontare delle operazioni con cui Francoforte interverrà contro gli spread sarà "considerevole". La Spagna continua così a prendere tempo e a non chiedere l'attivazione dello scudo anti-spread, e neanche lo sblocco dei 30 miliardi di euro che l'Eurogruppo ha messo a disposizione tramite l'Efsf per le banche. Madrid vuole infatti essere sicura di non dover sottostare a condizioni supplementari. La prima tranche per la ricapitalizzazione degli istituti spagnoli è attesa tra ottobre e novembre, una volta noti i risultati degli stress test.

L'Italia, invece, non dovrebbe avere bisogno di aiuti, perché, ricorda il presidente dell'Abi Giuseppe Mussari, "i compiti a casa li abbiamo abbondantemente fatti".(ANSAmed).

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