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Spagna: voto Catalogna rilancia spinte separatiste in Ue

Plebiscito infiamma indipendentismo. Lega,ora Veneto e Lombardia

10 novembre, 18:40

(di Marcello Campo) (ANSAmed) - BRUXELLES, 10 NOV - Gelate dallo storico "no" scozzese, il plebiscito a favore della Catalogna rilancia le spinte indipendentiste dei movimenti che sognano di creare le loro "piccole patrie" all'interno dell'Unione europea. Due voti, quello in Gran Bretagna e quello catalano, profondamente diversi sotto tanti punti di vista, ma uniti dallo stesso sogno secessionista. Il primo, osservato a settembre con grande apprensione da Bruxelles, aveva in effetti il potere reale di distruggere il Regno Unito, sconvolgendo così sin dalle fondamenta l'Europa, come la conosciamo oggi. Il secondo, invece, aveva solo un valore simbolico, senza essere in alcun modo vincolante, essendo stato depotenziato al livello di un maxi-sondaggio. Il voto catalano è stato definito dal premier spagnolo Mariano Rajoy, "un esercizio antidemocratico e inutile", una consultazione "non valida" che renderà più complicato "il dialogo futuro". Oggi, come accadde a settembre, i vertici Ue hanno evitato con cura ogni commento: "Non è il ruolo della Commissione quello di esprimere un'opinione su questioni di organizzazione interna dei nostri Stati membri", ha detto il portavoce dell'esecutivo Ue Margaritis Schinas. Tuttavia, in politica, in tutto il mondo come a Bruxelles, i simboli contano: e gli oltre due milioni di catalani che si sono recati alle urne, e quell'81% a favore dell'indipendenza, riaccendono passioni secessioniste, sopite dalla sconfitta scozzese. Molti di loro si erano dati appuntamento domenica, a Barcellona. In qualità di osservatori c'erano ben 35 gruppi più o meno rappresentativi, a loro giudizio, addirittura di 15 "nazioni senza Stato", provenienti da tutti gli angoli dell'Unione. Un arcipelago variegato di movimenti riuniti nel suggestivo nome 'European Free Alliance', che oggi ovviamente canta vittoria. Tra loro esponenti delle Fiandre, dei Paesi Baschi, della Bretagna, della Galizia, della Corsica, la minoranza macedone in Grecia, il Sud-Tirol, la Moravia, la Lombardia, il Veneto, Valencia, Scozia, Galles. Ne fanno parte anche una delegazione del Quebec. Per l'Italia, oltre il partito sardo d'Azione, prende coraggio anche la Lega Nord che oggi rialza i toni, associando il futuro della Catalogna a quello del Veneto. "I numeri del referendum sull'indipendenza catalana - dice il deputato della Lega Nord, Roberto Caon - parlano chiaro: mentre in Italia si perde tempo con il toto presidente della Repubblica, in Spagna hanno dato prova di grande democrazia con oltre due milioni di catalani che hanno chiesto a gran voce l'indipendenza. Ci auguriamo che anche da noi - conclude - si riesca a fare presto una consultazione popolare sull'indipendenza del Veneto". Molto determinato anche l'ex governatore del Piemonte, oggi segretario nazionale della Lega Nord Piemont, Roberto Cota che mette nel mirino anche il premier: "In Catalogna il vento della libertà soffia forte, così nel resto d'Europa. Da noi soffia fortissimo in Veneto, ma anche in Piemonte. Renzi - conclude Cota - si sta dimostrando super centralista, sta andando controvento".(ANSAmed).

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