Quello dell'Italia è un atteggiamento molto positivo". Matteo Renzi è stato infatti il primo leader europeo a venire al Cairo lo scorso agosto, così come Roma è la prima tappa di Sisi in Europa, "e non solo per ragioni geografiche". "Assicurare la cooperazione e il sostegno politico all'Egitto, è il minimo che si possa fare" davanti alla minaccia del terrorismo "in tutta la regione", sottolinea il ministro, invece di "lanciare accuse, come fanno alcuni Paesi del nord Europa che non capiscono o non conoscono la situazione". Il riferimento è alle accuse al governo Sisi sul mancato rispetto dei diritti umani. "Certo, un attivista non è per forza un terrorista. Ma quando si mescolano diventa pericoloso", sostiene Adel Nour, nato in una famiglia copta e con un passato da businessman. "Per esempio nelle università (dove decine di studenti sono stati arrestati dall'inizio dell'anno accademico, ndr), ci proviamo, ma è difficile distinguere tra attivisti e terroristi. Se non agiamo ci dicono che siamo deboli, se lo facciamo ci accusano di non rispettare i diritti umani". "Ma è una fase transitoria - assicura - che terminerà con l'ultima tappa della road map, le elezioni legislative nei prossimi mesi". Elezioni inizialmente previste per l'autunno, ma rinviate alla prossima primavera.
(ANSAmed).