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Immigrazione:politica migratoria Ue nel Med,urge cambiamento

Dibattito a Ambasciata Francia, rivedere convenzione Dublino

10 dicembre, 11:32

(ANSAmed) - ROMA, 10 DIC - Politica comune tra i Paesi europei, obiettivi a lungo termine e revisione della convenzione di Dublino sono alcune delle proposte lanciate dai relatori della tavola rotonda "La politica migratoria dell'Unione Europea nel Mediterraneo" svoltasi ieri a Palazzo Farnese, sede dell'Ambasciata di Francia in Italia, con l'intento di identificare una serie di proposte per migliorare la gestione delle frontiere esterne all'Ue. L'incontro, organizzato dall'Ambasciata di Francia e dall'Institut français in Italia in occasione del convegno di due giorni su "Le migrazioni nel Mediterraneo: al di là delle frontiere e delle discipline" all'Università La Sapienza, mirava a offrire una visione accademica delle problematiche che girano intorno alla politica migratoria dell'Unione europea, le sue sfide e le possibili evoluzioni. Per Catherine Withol de Wenden, direttrice di ricerca presso il Ceri Sciences Po Paris, un primo importante passo in avanti verso il cambiamento e' "l'abbandono dell'obiettivo di mirare soprattutto alla sicurezza dei confini". "L'operazione Triton servira' a poco se non si occupera' anche del salvataggio delle vite. C'e disordine e un approccio sempre piu' sovranistico.

Francia e Italia hanno voluto mostrare la loro sovranita' nel Mediterraneo dopo le primavere arabe - ha detto Withol de Wenden - Inoltre, e' aberrante continuare a seguire la strada sbagliata anche in tema di asilo seguendo la regola della convenzione di Dublino per cui un rifugiato deve rimanere nel primo Paese in cui mette piede. Questo rovina la possibilita' di inserimento di molte persone". A Withol de Wenden ha fatto eco Joaquin Arango, docente all'Universidad Complutense Madrid, che si e' detto convinto che vada sostenuta "l'idea di aprire fronti africani per chiedere asilo prima di partire".

Secondo Ferruccio Pastore, direttore del Fieri, centro studi sulle migrazioni di Torino, invece, "l'Europa dovrebbe puntare maggiormente sulla politica estera, stringere relazioni con i Paesi di provenienza dei migranti e sostenere i Paesi che in questo momento accolgono il maggior numero di rifugiati in arrivo dalla Siria e dall'Eritrea, ad esempio il Libano".

Pastore, come altri, ha anche sottolineato che "l'operazione Triton non potra' sostituire Mare Nostrum e che la politica migratoria europea e' parziale e incompleta". Piu' dura e' stata l'analisi di Raimondo Cagiano de Azevedo, docente di demografia all'Università di Roma La Sapienza. Per il professore "non esiste alcuna politica europea sulla migrazione, anche se dal 1964 il tema e' all'ordine del giorno di tutti i capi di stato".

"Inoltre - ha aggiunto - Triton e Mare Nostrum non sono il problema. La vera domanda e': come ridurre il traffico illegale nel Mediterraneo?".

Cormac O'Grada, professore ordinario all'University College di Dublino ha portato l'attenzione sulle percezioni errate diffuse in tema di migrazione, offrendo a Enrico Pugliese, docente di sociologia all'Università di Roma La Sapienza, la possibilita' di ricordarci che "50 anni fa quando si trattava il tema non si parlava mai di delinquenza, invasioni, confini, ma solo di come integrare e far star bene i migranti. Oggi invece l'attenzione sembra essere solo su come far star male i migranti".(ANSAmed).

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