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Vini: Croazia contesta a Slovenia esclusività nome 'terrano'

Prosegue polemica fra Zagabria e Lubiana su prodotto tipico area

17 dicembre, 17:16

(ANSAmed) - ZAGABRIA, 17 DIC - La Slovenia non aveva il diritto di proteggere con il marchio di origine controllata a livello europeo il vino terrano (teran in croato) e in questo modo danneggiare i viticoltori croati e italiani. Lo sostiene l'eurodeputato croato Ivan Jakovcic, storico leader del partito regionalista istriano, la Dieta democratica istriana (Ids), che della disputa tra i viticoltori sloveni e croati ha informato oggi a Strasburgo il commissario europeo Phil Hogan. "Al commissario Hogan ho chiaramente spiegato che la protezione (da parte della Slovenia, ndr) del nome 'teran' è un palese imbroglio", ha detto Jakovcic in un comunicato del suo ufficio diffuso oggi. "È stato protetto un tipo di vitigno e sappiamo tutti che le uve non conoscono confini - afferma l'eurodeputato - ai viticoltori croati come anche a quelli italiani deve essere permesso di utilizzare il nome teran/terrano trattandosi un vino autoctono dell'intera Istria".

Il terrano,un vino rosso secco e acidulo, è tipico dell'Istria croata, del Carso sloveno e della zona di Trieste e di Gorizia.

Lunedì scorso con Hogan dello stesso argomento ha discusso anche il ministro dell'Agricoltura croato, Tihomir Jakovina, che ha espresso la volontà di "trovare una soluzione accettabile per la Slovenia, la Croazia e la Commissione europea". Il commissario ha proposto una riunione di tutte le parti interessate. Recentemente Jakovic ha inoltrato una richiesta ufficiale alla Commissione europea "affinché si possa correggere l'errore fatto con la protezione del nome solo da parte dei viticoltori sloveni". Nel 2004 la Slovenia è riuscita a proteggere come prodotto tipico il terrano, dunque molto prima che l'anno scorso la Croazia aderisse alla Ue. Questo fatto impedisce ai viticoltori istriani croati di vendere e pubblicizzare il terrano sotto questo nome.

La parte slovena ha finora escluso la possibilità di rinunciare all'esclusività dell'uso del marchio di origine controllata. (ANSAmed).

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