"La crisi umanitaria che aveva reso necessaria l'operazione Mare nostrum non è finita" e "le persone continuano a fuggire dalla guerra e dalla persecuzione e centinaia di esse a morire in mare", ha proseguito Dalhuisen.
Amnesty ricorda che secondo l'Unhcr il numero dei migranti irregolari giunti via mare nel gennaio 2015 è aumentato del 60% rispetto a un anno prima, quando Mare nostrum era in funzione.
Questo, sottolinea l'organizzazione umanitaria, rende priva di senso la tesi che l'operazione di ricerca e soccorso in mare di cui tanto è stata celebrata la fine avesse incoraggiato i migranti a intraprendere viaggi pericolosi nel Mediterraneo.
Amnesty sottolinea poi come l'operazione Triton, definita come avvicendamento di Mare nostrum, non sia finalizzata alla ricerca e al soccorso in mare, non operi di norma in acque internazionali e risulti significativamente ridotta come margine d'ampiezza.
"Basta fare una semplice equazione: se le persone che intraprendono viaggi pericolosi aumentano e le risorse destinate alla ricerca e al soccorso diminuiscono, vi sarà un numero maggiore di morti", ha osservato Dalhuisen. (ANSAmed).