Ottimista anche il presidente del Parlamento Ue, Martin Schulz, perché "anche se non appare, uomini e donne politici a volte sono ragionevoli".
Con queste premesse Grecia e Ue fanno un passo avanti rispetto all'Eurogruppo di mercoledì, finito con uno scontro a viso aperto tra Atene e i suoi partner: ora la Grecia accetta che l'Ue valuti le sue proposte. E' un piccolo passo, ammettono i diplomatici, ma fondamentale per far proseguire quello che ancora non è un negoziato ma per ora solo un dialogo, per giunta pieno di insidie. E' stato il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem a proporre a Tsipras, durante un bilaterale a margine del vertice europeo, di avviare il confronto tecnico in vista di lunedì, per non lasciare che l'impasse rallentasse anche il prossimo appuntamento. Lo stallo si era creato per un problema "formale" che ne nascondeva uno sostanziale: il comunicato finale dell'Eurogruppo conteneva la parola "estensione" del programma, di cui Tsipras non vuole sentir parlare e ha quindi bloccato la diffusione del comunicato. Ieri, invece, il premier greco ha accettato la proposta di Dijsselbloem ma ha chiesto che nel comunicato con cui i due sancivano l'accordo la parola 'Troika' venisse sostituita con "istituzioni": "Tsipras e Dijsselbloem hanno deciso di chiedere alle istituzioni di impegnarsi con le autorità greche per avviare il lavoro su una valutazione tecnica del terreno comune tra il programma attuale e i piani del Governo greco, per facilitare la discussione all'Eurogruppo del 16", si legge nel comunicato. Le riunioni, che si terranno a Bruxelles, dovrebbero iniziare già oggi. Dopo questo lavoro tecnico servirà poi una decisione politica, che l'Eurogruppo dovrebbe essere in grado di prendere lunedì. Il vertice europeo non affronta solo la questione greca, che volutamente lascia ai margini proprio per non trasformarla in una discussione politica. Altri i temi sul tavolo: l'Ucraina e l'accordo di Minsk, accolto con soddisfazione da tutti i leader che però non abbassano la guardia. "Dà speranza ma non è ancora abbastanza, il vero test sarà il rispetto del cessate il fuoco sul terreno", ha detto il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk. C'è poi l'immigrazione, con la richiesta del premier Renzi di affrontare il problema Libia. E infine il terrorismo, con una stretta sui controlli alle frontiere e un rafforzamento della cooperazione tra intelligence.(ANSAmed).