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Ue-Maghreb-Africa, più sostegno a dialogo e cooperazione

Convegno a Dakhla organizzato dal Crans Montana Forum

16 marzo, 09:31

(dell'inviata Gaetana D'Amico) (ANSAmed) - DAKHLA (MAROCCO), 16 MAR - Occorre dare un nuovo slancio al dialogo tra Europa, Maghreb e Africa. Per rafforzare la cooperazione e per affrontare le crisi che non riguardano più un singolo Paese, ma tutti. Che sia la minaccia dell'estremismo islamico, la crisi economica o l'immigrazione. E' quanto è emerso dalla seconda e ultima giornata di lavori del convegno organizzato dal Crans Montana Forum, in collaborazione con l'Isesco (Islamic Educational Scientific and Cultural Organization), a Dakhla, nel cuore del Sahara Occidentale. L'evento, sponsorizzato dal re Mohammed VI, ha riunito 300 tra capi di Stato, ministri ed ex-ministri, diplomatici, Ong, aziende e privati provenienti da 112 Paesi di cui 36 Stati africani. Proprio la necessità di affrontare un nuovo percorso nei rapporti che uniscono Europa, Maghreb e Africa è stato uno dei temi centrali del convegno. "Non abbiamo in comune solo la storia, ma anche le crisi attuali che vanno dalla minaccia dell'estremismo islamico, alla crisi economica", sostiene l'ex premier francese Dominique de Villepin. "Dovremmo usare la nostra esperienza per il beneficio dell'Africa, mettere insieme le nostre risorse per essere più ambiziosi, realizzare nuovi progetti e andare oltre l'Europa", ha proseguito. "Per quanto riguarda l'integrazione dell'Africa, occorrono nuovi meccanismi per la stabilizzazione e il Marocco, in questo contesto, può avere un ruolo importante, grazie alla sua posizione di crocevia, ma anche alla sua forte economia.

Pure la Francia però - ha aggiunto l'ex premier francese - ha le sue responsabilità nel rinnovare il rapporto con il Sud".

"L'Europa è responsabile di questo nuovo dialogo con il Maghreb", ha detto l'ex premier spagnolo, José Luis Rodriguez Zapatero il quale sostiene che "il dialogo e le nuove alleanze dovrebbero far parte di una nuova agenda". Un'agenda che, secondo Zapatero, dovrebbe includere anche la Turchia: "Un errore non farla entrare in Europa", sostiene. Lo stesso ex premier ha accennato anche alla crisi in Medio Oriente, sottolineando che una delle principali cause del conflitto è il mancato riconoscimento di uno Stato della Palestina. "Molti Paesi l'hanno riconosciuta e ci auguriamo che il numero aumenti.

Sarebbe utile per risolvere la radicalizzazione dell'Islam", ha affermato. "Il Maghreb, al centro tra Africa sub sahariana e l'Europa, potrebbe trarre benefici dal commercio con l'Africa", sostiene l'ex primo ministro del Kenya, Raila Amollo Odinga. "Ma - aggiunge - dobbiamo lavorare insieme per affrontare la questione della sicurezza".

Tra gli altri temi discussi alle numerose sessioni del convegno anche il turismo, come strumento per lo sviluppo economico e l'integrazione; il sostegno ai giovani come forza trainante dell'Africa e della cooperazione Sud-sud; l'elaborazione di nuove strategie di cooperazione per prevenire le minacce alla salute; modernizzare le infrastrutture e i trasporti del Sahara atlantico, considerato hub strategico per metà dell'Africa; l'energia pulita; una migliore gestione delle risorse naturali dell'Africa.(ANSAmed).

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