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Libia:ex ministro ANP, in arrivo migrazione terroristi in UE

Italia paese più a rischio, dice Dahlan a convegno su sicurezza

07 maggio, 16:11

(di Francesca Bellino) (ANSAmed) - Roma, 7 maggio - "A causa della crisi libica nel futuro prossimo ci sara' una migrazione di terroristi. Gruppi armati cercheranno di distruggere l'Europa passando per l'Italia". Lo ha detto Mohammed Dahlan, già Ministro di Stato per la Sicurezza interna e Consigliere per la Sicurezza Nazionale dell'Autorità Nazionale Palestinese, nell'ambito della tavola rotonda "La Libia e il futuro della sicurezza nel Mediterraneo", organizzata oggi dal Comitato Atlantico Italiano in collaborazione con "Abhath", Al Thuraya Consultancy and Researches di Abu Dhabi, e il Mediterranean-Gulf Forum presso il Centro Alto Studi per la Difesa a Roma. "Per parlare di Libia dobbiamo parlare dei suoi rapporti con l'Europa. E' stata l'Europa a distruggere la Libia. I paesi alleati hanno distrutto il paese e sono andati via. Si sono liberati della dittatura e hanno creato entita' terroristiche" ha sostenuto Mohammed Dahlan sottolineando che "il modo in cui la Comunita' Internazionale tratta la situazione in Libia, Siria e Iraq e' catastrofica". "L'Italia si deve rendere conto dei rischi che corre. Le crisi siriane e irachene hanno portato a un'esplosione interna, un'implosione, mentre per la Libia si trattera' di un' esplosione esterna. La diplomazia serve poco a risolvere la situazione. Le parole non valgono con le milizie che vendono petrolio nel mercato nero" ha aggiunto l'ex ministro palestinese.

"Siamo tutti un po' colpevoli dell'attuale situazione in Libia - ha evidenziato, invece, Abdul Ilah Khatib, già Inviato speciale ONU in Libia e Ministro degli Esteri in Giordania - Nella nostra regione siamo abituati a dare la colpa agli altri, ma oggi dobbiamo unirci. Ritengo che noi vicini della Libia abbiamo bisogno di creare una struttura collettiva regionale che lavori per la tutela di tutti. La Lega Araba ha solo emanato una risoluzione per i cieli sicuri e ha chiesto a noi di agire ai sensi di questa risoluzione. In Occidente si e' stati riluttanti verso una forma collaborativa a causa del conflitto arabo-israeliano e altri problemi. Dovremmo, invece, indire una riunione di amici e vicini della Libia subito per salvarla".

"Per arrivare a un accordo inoltre - ha aggiunto il ministro giordano -, alla Libia serve un dialogo politico che coinvolga tutte le fazioni, non solo quelle belligeranti. E poi il popolo deve essere padrone del proprio processo di dialogo e di democratizzazione. Non deve essere un'imposizione della Lega Araba o di paesi stranieri".

"Solo se mettiamo insieme le tribu' libiche ci saranno le condizioni per un accordo. Appoggiamo gli sforzi di Bernardino Leon ma pensiamo che non esista una via solo politica. Il terrorismo va combattuto, non si puo' chiedere ai terroristi di sedersi al tavolo del dialogo" ha detto Mohammed El Orabi, già Ministro degli Affari Esteri in Egitto. "Il popolo libico soffre da 4 anni per colpa dell'Europa che l'ha abbandonata - ha invece evidenziato Mustafa Ali Rugibai, Incaricato d'Affari, Ambasciata di Libia presso la Santa Sede -.

Tutti hanno dimenticato la Libia. Soprattutto l'Italia. I libici vogliono vivere una vita degna, avere elezioni oneste, scegliere i propri leader. Vogliamo la vita. Cosa puo' fare l'Italia? Dare appoggio al governo legittimo, non solo far finta, ma riconoscerne la legittimita'. Puo' aiutarci a ricostruire l'esercito che c'e'. A usare i droni per controllare i confini del deserto. Sono tante le potenzialita' del popolo libico, puo' fare miracoli. Sconfiggera' il terrirismo. Tornera' come prima di Gheddafi". All'incontro sono intervenuti, tra gli altri, Abdelaziz Kotti, Membro dell'Assemblée des Représentants du Peuple, Tunisia, Noman Benotman, ex militante jihadista che ha svolto un ruolo chiave nello scioglimento del gruppo dei combattenti islamici libici, oggi presidente della Quilliam Foundation che si occupa di deradicalizzazione nel Regno Unito e all'estero, Michael Frendo, presidente emerito del Parlamento e già Ministro degli Affari Esteri di Malta, Fabrizio Cicchitto, presidente, Commissione Affari Esteri e Comunitari, Camera dei Deputati, Rinaldo Veri, presidente del Centro Alti Studi per la Difesa, Ministero della Difesa che ha introdotto i lavori e Fabrizio W.

Luciolli presidente, Comitato Atlantico Italiano e Atlantic Treaty Association.

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