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Grecia: Tsipras, pronti a grande no, in caso cattivo accordo

Nervosismo a livello europeo, circolano scenari negativi

17 giugno, 18:12

(ANSAmed) - ROMA, 17 GIU - Prosegue il botta e risposta fra le istituzioni europee ed internazionali e la Grecia. "È comprensibile che gli Stati siano nervosi, il programma scade tra poco e circolano scenari poco favorevoli", afferma Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Ue e responsabile per l'euro che non nasconde una certa preoccupazione sull'andamento delle trattative. "I greci - aggiunge - devono dire quello che vogliono, non solo quello che non vogliono".

Sull'infinito negoziato con Atene è tornato anche il commissario Ue per gli Affari Economici e Monetari, Pierre Moscovici: "E' assolutamente falso dire che la Commissione voglia imporre misure di austerità. Juncker ha personalmente proposta a Tsipras" misure per alleviare il peso sui cittadini "ma attendiamo ancora risposte". Ma Atene fa sapere di non volere un'intesa al ribasso. Siamo pronti a dare un "grande no" a un cattivo accordo, ha affermato Alexis Tsipras, al termine di un incontro con il cancelliere austriaco Werner Faymann. "La nostra proposta - sottolinea il premier greco secondo il resoconto di Bloomberg - assicura che centreremo gli obiettivi di bilancio fissati dalle istituzioni per il 2015 e 2016".

Nel frattempo, la Banca di Grecia avverte che il mancato raggiungimento di un accordo si tradurrà in un default e di conseguenza la Grecia sarà costretta ad uscire non solo dall'euro, ma - molto probabilmente - anche dall'Unione europea.

Il monito al governo del premier Tsipras, come riferisce l'edizione online del quotidiano To Vima, è venuto oggi sotto forma di un rapporto diffuso dalla Banca di Grecia (BoG), guidata dall'ex ministro delle Finanze Yiannis Stournaras, riguardante la politica monetaria del Paese nel biennio 2014-2015 in cui si sottolinea la necessità di raggiungere un accordo con i creditori. Il rapporto rileva inoltre che "una crisi del debito gestibile, come quella che stiamo affrontando con l'aiuto dei nostri partner, precipiterebbe a valanga in una crisi incontrollabile, con grandi rischi per il sistema bancario e la stabilità finanziaria. Un'uscita dall'euro aggraverebbe soltanto condizioni già sfavorevoli con una conseguente acuta crisi dei cambi che farebbe impennare l'inflazione". "Tutto ciò significherebbe una profonda recessione, una drastica riduzione dei redditi, l'aumento della disoccupazione e il crollo di tutto ciò che l'economia greca ha raggiunto dopo l'adesione all'Ue, in particolare da quando è entrato in vigore l'euro. La Grecia, da partner alla pari con i principali Paesi europei, diventerà la nazione più povera dell'Europa del Sud, conclude il rapporto (ANSAmed).

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