No all'esternalizzazione dei campi di raccolta profughi in paesi incapaci di tutelare i diritti. Sì a quote di redistribuzione purché credibili. Sì a programmi efficaci di re-insediamento. E soprattutto sì a canali legali di ingresso, unico vero strumento per salvare le vite umane dal mare e dal deserto. Sono i quattro punti base della piattaforma per affrontare in modo efficace e umano l'emergenza secondo le Caritas del Mediterraneo.
Oliviero Forti, responsabile dell'area immigrazione di Caritas italiana e di Caritas Europa, ha evidenziato la preoccupazione per la tragedia umanitaria che sta avvenendo nel Mediterraneo e nell'Africa sub-sahariana, che si scontra con l'atteggiamento di chiusura europeo. "Visto che l'Europa manca di visione e lungimiranza, ha detto, proporremo una contro-agenda che tenga conto del contributo dei Paesi di origine e transito dei migranti e della tutela dei diritti umani". Forti ha criticato ancora una volta tutte le misure di tipo emergenziale prese nei confronti di un fenomeno che non si sa e non si vuole governare: così le quote europee sono "una goccia nel mare", lo sgombero dei migranti a Ventimiglia dimostra "il fallimento dell'Europa" e anche il cosiddetto "piano B" del governo italiano è praticamente inapplicabile.
A meeting concluso i 130 delegati Caritas hanno visitato il museo nazionale del Bardo, teatro il 18 marzo scorso dell'attentato terroristico piu' grave della storia tunisina, con una commemorazione nel piazzale per ricordare le vittime e la celebrazione di una messa in cattedrale.(ANSAmed).